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Tumori: raddoppiato prezzo farmaci, oncologi italiani chiedono Fondo nazionale

30 maggio 2015 | 12.24
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In dieci anni, il prezzo è raddoppiato, passando da 4.500 dollari a più di 10mila al mese. Appello dell'Aiom alle istituzioni

Research Scientist in Laboratory --- Image by © Andrew Brookes/Corbis - © Andrew Brookes/Corbis
Research Scientist in Laboratory --- Image by © Andrew Brookes/Corbis - © Andrew Brookes/Corbis

Farmaci anti-cancro sempre più efficaci, ma anche più cari. Per garantire le risorse necessarie gli oncologi italiani chiedono che si crei quanto prima un Fondo nazionale per l’oncologia. In dieci anni, il prezzo è raddoppiato, passando da 4.500 dollari a più di 10mila al mese.

L’Italia finora "è riuscita a reggere l’impatto di questa crescita esponenziale, grazie ai sistemi di rimborso concordati con l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco). Nel nostro Paese il prezzo medio dei trattamenti è fra i più bassi d’Europa. E l’aumento della sopravvivenza garantito dalle nuove armi terapeutiche garantisce un circolo virtuoso. Che però rischia di spezzarsi, se non si crea un Fondo nazionale per l’oncologia, che oggi manca". La richiesta alle Istituzioni arriva dall’Associazione associazione italiana di oncologia medica (Aiom), durante il 51esimo Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (Asco) a Chicago.

“Chiediamo di dare vita a questa fonte specifica di risorse da destinare a un settore delicato che richiede particolari attenzioni - spiega Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom - Il tetto della spesa farmaceutica territoriale è stato ridotto e portato all’11,35% del Fondo sanitario nazionale, quello dell’ospedaliera è al 3,5%. La maggior parte dei farmaci anti-cancro rientra fra quelli ospedalieri e nel 2014 il tetto è stata superato attestandosi intorno al 4,5%. La copertura economica – sottolinea - si sta stringendo in maniera consistente”. Da qui la necessita’ di “una sorta di fondo farmaceutico nazionale staccato: solo così potremo disporre di un maggior numero di risorse per garantire a tutti i pazienti le cure migliori. Serve anche una rivisitazione dei costi dei farmaci sulla base dell’efficacia”.

Oltre al costo, il punto e’ quanto questi farmaci riescono ad allungare la sopravvivenza dei malati. “In oncologia - prosegue Pinto - spesso i passi in avanti sono apparentemente irrilevanti, perché solo la somma dei progressi nel corso degli anni può condurre nel tempo a risultati importanti. Dovrebbero essere stabilite tre fasce di costo in rapporto al valore. Nella prima andrebbero inclusi i farmaci che garantiscano un prolungamento di oltre un terzo dell’aspettativa di vita. A seguire la fascia intermedia e nell’ultima rientrerebbero quelle terapie che offrono un prolungamento inferiore al 15% dell’aspettativa di vita”.

Nel 2014 si sono registrati in Italia 365.500 nuovi casi di tumore, circa 1.000 al giorno, di cui 196.100 (54%) negli uomini e 169.400 (46%) nelle donne. Alla fine degli anni Settanta - ricordano gli oncologi - solo poco più del 30% dei pazienti sconfiggeva la malattia. Negli anni Novanta era quasi il 47%, oggi si arriva al 60% circa (in particolare il 57% degli uomini e il 63% delle donne). In quarant’anni le guarigioni sono raddoppiate. E nel 2015 sono ormai circa 3 milioni (3.036.741) gli italiani con alle spalle una diagnosi di cancro (il 4,9% dei connazionali), il 17% in più rispetto al 2010.

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