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Ebola, allarme del Niaid: "Quarantena controproducente, così si scoraggiano i medici a partire per l'Africa"

26 ottobre 2014 | 16.28
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Anthony Fauci, direttore del National Institute for Allergy and Infectious Diseases di Washington: "Le linee guida su come comportarsi con le persone che rientrano dai Paesi colpiti dal virus devono basarsi sulla scienza che ci dice che le persone che non hanno sintomi non sono contagiose"

 - INFOPHOTO
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La decisione di mettere in quarantena medici e infermieri americani rientrati dai Paesi africani colpiti da Ebola potrebbe non essere l'approccio scientifico giusto e anzi potrebbe rivelarsi controproducente, scoraggiando i medici a partire per l'Africa, principale fronte della lotta globale al virus. Ne è convinto Anthony Fauci, direttore del National Institute for Allergy and Infectious Diseases di Washington, che oggi, in diverse interviste televisive, ha così commentato la misura adottata dai governatori New York, New Jersey e Illinois.

"Il primo principio è proteggere il popolo americano, il secondo assumere le decisioni sulla base della scienza - ha detto - le linee guida su come comportarsi con le persone che rientrano dall'Africa, devono basarsi sulla scienza che ci dice che le persone che non hanno sintomi non sono contagiose". Misure, come appunto la quarantena in assenza di sintomi, estreme rischiano di avere come "non voluta conseguenza, quella di scoraggiare gli addetti sanitari, il miglior modo per fermare l'epidemia è combatterla in Africa e noi abbiamo bisogno di questi addetti sanitari". Fauci ha quindi aggiunto che il controllo diretto e continuo delle persone che rientrano può ottenere gli stessi risultati della quarantena.

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