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Ebreo accoltellato a Milano. Mattarella: "Raddoppiare la sorveglianza"

13 novembre 2015 | 08.30
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Immagini di repertorio (Infophoto)
Immagini di repertorio (Infophoto)

E' uscito dalla sala operatoria ed è fuori pericolo Nathan Graff, il 40enne ebreo colpito ieri da nove coltellate in viale San Gimignano, a Milano, da un uomo coperto da un passamontagna e ricoverato all'ospedale Niguarda con una prognosi al momento di 30 giorni. "Mio cognato è appena uscito dalla sala operatoria. Ora è fuori pericolo anche se ha ferite ancora aperte che non possono chiudere per paura che facciano infezione'' racconta all'Adnkronos Shmuel Hezkia, cognato di Graff, l'ebreo accoltellato ieri sera in strada a Milano

La vittima ha ricevuto ''ben nove coltellate -racconta Hezkia- t re alla schiena, tre alla faccia, una al braccio, una alla gola e una alla faccia. Per fortuna il nervo muscolare della faccia sono riusciti a salvarlo e hanno tolto le prime cuciture che -tiene a sottolineare- vanno dalla bocca all'orecchio e quindi ha rischiato un'emorragia''.

"Purtroppo mio cognato non è riuscito a vedere in faccia l'aggressore -spiega- perchè era coperto da un passamontagna e non capisco come fanno i giornali a scrivere che era biondo visto che la donna testimone dell'aggressione era lontanissima e non poteva vederlo''. E infine sull'idea che si sono fatti dell'aggressione Hezkia conclude: "Sicuramente non era una rapina ma era un attacco premeditato contro un ebreo. Con la Digos si presume che si tratti di un occidentale che ha aderito all'islam''.

Sul caso è intervenuto anche il Presidente Mattarella. "Come tutti i fatti di violenza, di sangue, è di allarme naturalmente e di impegno a raddoppiare la vigilanza, la prevenzione, che è molto attenta ma che va rafforzata", ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha risposto così ai cronisti che, a Ferrara, gli chiedevano quali sensazione avesse di fronte all'aggressione antisemita avvenuta a Milano.

Per il ministro della Difesa Roberta Pinotti "è un fatto incredibile". "Tutti dobbiamo fare attenzione ai germi che di nuovo emergono contro la cultura ebraica" ha detto Pinotti, a margine di un incontro a Torino, a proposito del ferimento di un ebreo ortodosso accoltellato a Milano. "Sta prendendo corpo un'intolleranza tra culture diverse che instilla i suoi germi anche in una società come la nostra - ha aggiunto - una cosa che non pensavano potesse più succedere".

"Ti uccido". E' la frase che ha urlato l'aggressore di Nathan Graff, u n particolare che è emerso a poche ore dall'episodio e che crea allarme e paura all'interno della comunità ebraica di Milano. Graff, genero di Hetzkia Levi, uno dei rabbini della comunità ebraica cittadina, indossava la kippah quando è stato raggiunto dalle coltellate. L'inchiesta sul caso è stata affidata al pool antiterrorismo guidato dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli.

Intanto ieri in tarda serata una circolare della polizia in cui si chiede di "intensificare ancor di più la vigilanza" nei confronti di sedi, enti, personalità e strutture "riconducibili ad Israele e alla comunità ebraica" in Italia, è stata inviata a tutte le sedi periferiche sul territorio dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza. La direttiva è stata inviata in attesa "della qualificazione dell'episodio" su cui si sta indagando.

Secondo fonti qualificate degli apparati di sicurezza, interpellate dall'AdnKronos, si tratta di un "gesto isolato", un "atto di autoesaltazione individuale su cui si sta indagando", ma in ogni caso "è presto per parlare di eventuali collegamenti con l''intifada dei coltelli' palestinese di queste ultime settimane". Le stesse fonti rilevano che "al momento non ci sono segnali per ritenere che si possa trattare di un episodio organicamente inquadrato in una strategia più ampia, finalizzata ad esportare in Italia un certo 'humus politico' e determinati metodi di lotta". "E' da valutare fino a che punto sia stato ispirato dall'emulazione di quanto avvenuto all'estero", aggiungono.

Al vaglio degli investigatori ci sono le immagini di una telecamera della zona. A soccorrere Graff è stato un passante intervenuto per difenderlo. Ci sarebbero altri due testimoni, una ragazza e una donna. La vittima, che si occupa di mense e controlli nel settore alimentare, era arrivato a bordo di un taxi e si era fatto lasciare all’inizio del viale, per percorrere il breve tragitto verso casa a piedi. Indossava la kippah.

Paura all'interno della comunità ebraica per un'aggressione che potrebbe avere risvolti antisemiti. "E' stata immediatamente intensificata la vigilanza agli obiettivi sensibili", ha fatto sapere la prefettura di Milano e il viceprefetto Vicario Giuseppe Priolo ha convocato con urgenza un Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha sottolineato che si tratta di "un fatto gravissimo che non può e non deve restare impunito". "Voglio esprimere la mia profonda indignazione, la mia solidarietà a Nathan Graff e alla sua famiglia - ha aggiunto - e ribadire con forza che chiunque, indipendentemente dalla religione, dal colore della pelle, dall’orientamento sessuale, deve poter esprimere la propria identità senza incorrere in atti di intolleranza e violenza nella Milano dei diritti, come in tutto il mondo".

“C'è chi vorrebbe spaventarci, costringendoci a cambiare le nostre abitudini e la nostra quotidianità, quello che siamo con orgoglio da millenni - ha detto il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna - Ma è una battaglia persa. Noi andremo avanti, senza farci intimidire. La vita vincerà sempre sulla morte e sulla violenza”.

“Le forze dall'ordine vigilano da anni con grande attenzione e professionalità nei pressi dei diversi luoghi ebraici italiani. Un impegno straordinario, più volte lodato per la sua incisività. Ma evidentemente non sufficiente: serve adesso un rafforzamento delle misure. Una decisione inevitabile - dice Gattegna - alla luce di quanto accaduto ieri”. L'invito del presidente dell'Unione agli ebrei italiani è quello di “comportarsi con la massima attenzione, stando attenti a cogliere tutti i segnali che arrivano dall'esterno”. Ma al tempo stesso di proseguire con la propria vita, senza alcuna rinuncia. “Istituzioni, enti, scuole: l'Italia ebraica non si ferma. Un segnale forte e inequivocabile”, sottolinea Gattegna.

Paura e prudenza sono le parole che in questo momento la Comunità ebraica di Milano ripete dopo l'aggressione di Graff. "A Milano - spiega Milo Hasbani co-presidente della comunità - non abbiamo mai avuto problemi, speriamo sia un episodio isolato, continueremo la nostra vita normale. Siamo stati rassicurati da tutte le forze dell'ordine". "Quello che sta succedendo in Francia lo sappiamo, ma l'abbiamo sempre sentito lontano", dice. A chi gli chiede se esista qualche collegamento con l'intifada dei coltelli, risponde: "Per ora non abbiamo piste che ci portano a questo collegamento", poi aggiunge: "Sì, è così, però, non vorremmo pensare che sia una nuova forma di tiro al bersaglio".

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