Adolescenza 'moderna' allungata dai 10 ai 25 anni? "Oggi si può considerare suddivisa in tre fasi: adolescenza precoce o pre-adolescenza, che va da 10 a 15 anni; adolescenza propriamente detta, da 16 a 19 anni; post-adolescenza o adolescenza tardiva, da 20 a 25 anni", spiega all'Adnkronos Salute il pediatra Italo Farnetani, professore ordinario alla Libera università degli studi di scienze umane e tecnologiche di Malta, che commenta così senza troppo stupore la proposta di 'ridefinire' la durata di questa fase della vita, proposta sulle pagine di 'Lancet Child & Adolescent Health'.
"L'adolescenza - continua Farnetani - termina quando l'individuo ha raggiunto una piena autonomia, non solo fisica, ma sopratutto psicologica e relazionale, cosa che non avviene mai prima dei 25 anni. Oggi poi viene anche ulteriormente ritardata, come dimostra il fatto che i giovani fanno figli dopo i 30 anni. Ed è un bene: significa che solo allora si sentono pronti alla genitorialità, non solo dal punto di vista affettivo, ma anche sociale". Cosa fare allora? "Invito a mettersi dalla parte dei giovani, anziché replicare modelli stereotipati e antiquati. Una volta a 18 anni si mandavano i giovani a morire in guerra o a fare i lavori più pericolosi, ricordiamo la novella del Verga 'Rosso Malpelo', ma questo interrompeva bruscamente la crescita, spesso segnando in modo traumatico la vita futura".
Farnetani ricorda poi la storia dei "bamboccioni", "che io vedo come fenomeno positivo: mostra il buon rapporto con i genitori e la possibilità di vivere in un ambiente protetto, che li accompagna nella progressiva autonomia. Lasciamo crescere i nostri ragazzi in tranquillità e con l'aiuto dei genitori, senza fretta. Non solo non è un male - conclude - ma fa bene e li aiuta a crescere in modo equilibrato dal punto di vista psicoaffettivo".
