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Padoan incassa il sostegno dell'Ecofin: 'Ma flessibilità dentro il Patto' /Vd

08 luglio 2014 | 09.13
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Confermate le raccomandazioni per Roma. Il ministro dell'Economia italiano: "Usare i margini che già ci sono''. Padoan: "Il debito pubblico italiano è assolutamente sostenibile"

Padoan incassa il sostegno dell'Ecofin: 'Ma flessibilità dentro il Patto' /Vd

''Bisogna dare particolare attenzione alle riforme strutturali che promuovono la crescita e che migliorano la sostenibilità fiscale, anche attraverso una valutazione adeguata delle misure fiscali e delle riforme, facendo al tempo stesso l'uso migliore della flessibilità che è prevista nel Patto di Stabilità e Crescita''. Il Consiglio europeo, al termine della riunione dell'Ecofin, raccoglie sostanzialmente la posizione della presidenza italiana, illustrata dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

La cornice politica è quindi acquisita. Ma non ci saranno sconti rispetto alle prescrizioni di Bruxelles. Tanto che l'Ecofin conferma le raccomandazioni per l'Italia approvate dal Consiglio europeo del mese scorso. Nel testo delle conclusioni si ribadisce, come indicato nel testo della Commissione Ue, che ''sono necessari sforzi aggiuntivi, anche nel 2014, per rispettare le richieste del Patto di Stabilità e Crescita''.

Per sostenere le riforme in Europa, è la sintesi del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, bisogna ''usare gli spazi presenti nel Patto di Stabilità e Crescita. Non occorre cambiarli, ma usare quelli che ci sono nel modo migliore''. Ora, si tratta di definire tecnicamente le modalità per tradurre gli spazi esistenti in margini di manovra concreti per i governi europei.

Padoan lo spiega a chiare lettere: "abbiamo un sistema di regole che consente la flessibilità e ora cominciamo le discussioni per capire cosa questo significa. Le discussioni saranno molto tecniche". In sostanza, serve il passaggio, tutto da scrivere, dalla teoria alla pratica. La flessibilità serve infatti ai conti pubblici italiani e a quelli di tutti gli altri Paesi Ue che hanno bisogno di riforme strutturali. Perchè le riforme hanno un costo che, in assenza di crescita e con l'inflazione bassa, rischia di tradursi, fatalmente, in un aumento del deficit o in un rallentamento dei percorsi di rientro previsti, con le ripercussioni conseguenti sul debito.

A fare da guardiano del rigore, nel suo ruolo tradizionale, resta la Germania. ''Le riforme strutturali non devono essere una scusa o un'alternativa per non fare il consolidamento fiscale'', ha ribadito il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, commentando la presentazione del programma del semestre italiano di presidenza presentato all'Ecofin da Pier Carlo Padoan. Schaeuble ha sottolineato che ''l'obiettivo della crescita economica e delle riforme strutturali è lodevole e siamo pienamente d'accordo. E' la via decisiva per aumentare la competitività e la crescita''.

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