
Caltagirone: "Si arriverà ad un accordo? Non lo so"
Si avvicinano scadenze cruciali per le scelte sulla futura governance di Mediobanca. Lunedì prossimo si riunisce il comitato nomine e due giorni dopo, mercoledì 20, è la volta del consiglio di amministrazione per l'approvazione dei conti e per l'esame delle lista per il nuovo board per gli esercizi 2024-2025, frutto del lavoro svolto, oltre che dallo stesso cda, dal comitato nomine e dal lead indipendent director, Angela Gamba. La deadline per la presentazione della lista del cda è quella del 28 settembre, un mese prima dell'assemblea degli azionisti, e per le liste di minoranza è il 3 ottobre. A pochi giorni da questi appuntamenti, si stringono sempre di più i tempi e i margini per un accordo tra Mediobanca e l'azionista di riferimento Delfin, azionista con il 19,8% sulla presentazione di una lista unica del cda.
La suspence continua. "Non lo so": è la laconica risposta che Francesco Gaetano Caltagirone, azionista con il 9,9% di Mediobanca, consegna ai giornalisti che, a margine dell'assemblea di Confindustria, gli chiedono se sia possibile arrivare a un'intesa anche se ormai in extremis. E alla domanda se presenterà dei candidati, "non lo so", risponde.
Al momento, i protagonisti di questa disfida sembrano sempre, rigorosamente, ancorati sulle proprie posizioni. Mediobanca è decisa ad andare avanti con una lista che garantisca una governance dell'istituto allineata agli standard massimi delle società quotate e delle banche sistemiche vigilate. E' in questo quadro che si motiva la decisione della nomina del presidente con la conferma di Renato Pagliaro. Di contro, è proprio la discontinuità alla presidenza il principale obiettivo di Delfin. In assenza di un accordo, Delfin andrebbe avanti con la presentazione di una lista di minoranza 'corta, da 3 a 5 candidati, o 'lunga' a 7. A quel punto all'assemblea del 28 ottobre si andrà alla conta con tutte le incognite del caso.