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Sostenibilità, il contributo dell'industria dell'alluminio alla decarbonizzazione

15 settembre 2023 | 13.22
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E' quanto evidenziato da Roberta Niboli, Past President di Assiral, Associazione Italiana Raffinatori Alluminio, in occasione della conferenza 'Riciclo Alluminio: Italia leader in Europa. Rischi e opportunità nei nuovi scenari economici e normativi', indetta da Cial-Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio

Sostenibilità, il contributo dell'industria dell'alluminio alla decarbonizzazione

Per quanto concerne il settore dell’alluminio proveniente da raffinazione, l’Italia primeggia in Europa da oltre 10 anni (escluso il biennio 2017-2018). Ne produciamo ben 717mila le tonnellate (contro le 473mila della Germania e le 300mila della Spagna). Questo quanto evidenziato da Roberta Niboli, Past President di Assiral, Associazione Italiana Raffinatori Alluminio, in occasione della conferenza 'Riciclo Alluminio: Italia leader in Europa. Rischi e opportunità nei nuovi scenari economici e normativi', indetta da Cial-Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio.

Secondo quanto emerso, dal punto di vista dell’ambiente il dato è importante, visto che l’alluminio da riciclo richiede il 95% di energia in meno rispetto all’alluminio primario da bauxite. È quello dei trasporti, il principale settore di destinazione delle leghe di alluminio (70%) seguito dalla meccanica (12%), dall'elettromeccanica (8%) e dall’edilizia (7,5%). Con le ulteriori esigenze di alleggerimento, lo stimolo verso l'elettrificazione e l'aumento della quota di veicoli più grandi e di fascia alta, il contenuto di alluminio nei veicoli aumenterà nei prossimi anni. Così come aumenterà in tanti altri settori.

È dunque evidente che il rottame di alluminio rappresenti una fondamentale banca energetica - questa la riflessione emersa dal dibattito - Occorre limitarne l’esportazione proprio per evitare la perdita di una materia prima che può essere facilmente recuperata e riutilizzata per creare alluminio con un dispendio di energia molto inferiore rispetto alla produzione ex-novo. L’equazione è semplice: se esportiamo rottame perdiamo energia e anche materia prima disponibile per alimentare l’intera filiera manifatturiera europea.

“Se il fine del Cbam - Carbon Border Adjustment Mechanism (che prevede una tassa sul carbonio su alcuni prodotti importati) è quello di tutelare l’industria europea, c’è il rischio che l’Europa, avendo una forte dipendenza per l’alluminio primario da bauxite da Paesi extra-Eu, si ritrovi a pagare costi aggiuntivi sull’import di materiale di cui comunque abbiamo bisogno. Sarà importante a livello europeo sia aumentare la percentuale di riciclo sia la possibilità di avere alluminio primario e le altre materie prime accessibili e a costi che permettano di competere a livello globale”, conclude Roberta Niboli.

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