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Schiavo, terapia shock da risorse per difesa del suolo

Edilizia, Ance: il Veneto perde terreno nei confronti delle imprese di altre regioni

15 aprile 2014 | 09.15
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Edilizia, Ance: il Veneto perde terreno nei confronti delle imprese di altre regioni

''È in atto una grave destrutturazione delle aziende edili del Veneto. La costante emorragia di investimenti, che si protrae da 26 trimestri consecutivi, ha reso le imprese del settore più piccole, meno competitive, più esposte alla fuoriuscita di capitale umano. Il Veneto rischia così di affrontare 'con le polveri bagnate' le sfide della 'nuova edilizia', orientata agli investimenti innovativi, e di perdere terreno nei confronti delle imprese di altre regioni''. Luigi Schiavo, presidente di Ance Veneto, l'associazione dei costruttori edili, ha fotografato così l'andamento del settore durante la presentazione del XII rapporto sull'Industria delle costruzioni del Veneto, che si è svolta al Centro Congressi dello Sheraton Hotel di Padova.

L'intensità della caduta delle costruzioni in Veneto è peggiorata ulteriormente nell'anno appena trascorso. Solo nel 2013 si sono persi 19 mila lavoratori (-11%), ci sono stati 304 fallimenti di imprese (+17%) e un calo di investimenti di circa 600 milioni di euro (-6,6%). Per il 2014 è previsto solo un rallentamento della caduta (-2,4%). Soltanto il settore delle ristrutturazioni tiene (+3%) e rappresenta ormai il 33,9% del mercato.

Dal 2007 il settore ha perso il 35,3% dei volumi di affari pari a circa 7,4 miliardi di euro (il 5% del Pil regionale). Gli occupati risultano scesi di 53 mila unità tenendo conto dell'intera filiera. Le flessioni, sulla base dei dati della Casse edile, raggiungono il 42,8% per le ore lavorate, il 39,3% per gli operai iscritti e il 33,6% per le imprese.(

Per Ance Veneto il crollo delle costruzioni non è però attribuibile per intero alla congiuntura economica. ''Il settore - prosegue il presidente Schiavo - è stato appesantito da una tassazione iniqua e scelte di politica economica miopi, che hanno sostenuto sprechi e cattiva gestione della pubblica amministrazione''. Così dal 1990 le risorse destinate a nuove infrastrutture sono crollate del 61,2%, mentre la spesa per la gestione degli enti locali è aumentata di oltre il 30%. ''Negli ultimi anni le risorse pubbliche rappresentano una coperta troppo corta, ma fino a ora è stata tirata solo dalla parte della spesa improduttiva'', ha spiegato.

Per invertire la tendenza e salvaguardare un comparto sul quale insiste il 20% del Pil del manifatturiero regionale, l'associazione dei costruttori chiede una terapia shock di investimenti sulla salvaguardia del territorio, sull'edilizia scolastica, sulla riqualificazione delle città e dei centri storici, sulle opere di manutenzione.

''Sul fronte delle risorse per la difesa del suolo - ha ricordato Schiavo in presenza del sottosegretario all'Ambiente Barbara Degani e all'assessore regionale Maurizio Conte - ci sono molte opzioni da concretizzare''. L'Europa ha già aperto a una revisione dei vincoli del Patto di stabilità. La Regione Veneto ha in dote 2,6 miliardi di euro di fondi europei. Nel 2010 dall'accordo tra ministero dell'Ambiente e Regione Veneto erano stati stanziati 45 milioni per 46 interventi, ma nessuna opera finanziata da fondi governativi risulta oggi completata e i lavori sono in corso solo per il 3% del valore dei progetti.

''Ci sono troppe frammentazioni delle competenze e bisogna fare chiarezza sulle risorse disponibili. Dopo l'apertura dell'Europa - conclude Schiavo - sul Patto di stabilità, il governo non ha più alibi: adesso indichi gli strumenti e i tempi per sbloccare le risorse e individui una cabina di regia che renda effettivi e immediati gli investimenti''.

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