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Effetto clima, allarme champagne e cacao ma arriva banana made in Italy

05 dicembre 2015 | 12.14
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(Xinhua)
(Xinhua)

Il clima sta segnando un cambio di passo anche in agricoltura. A causa del surriscaldamento sono infatti arrivate in Italia le prime coltivazioni di banane e avocado ma sono a rischio le piante di cacao dell’Africa occidentale dove il clima sta diventando più secco. L'effetto serra inoltre taglia la resa delle colture di orzo e luppolo per la birra in Belgio e Repubblica Ceca e anche i produttori di champagne francesi sono in allarme per l’aumento delle temperature di quasi 1,2 °C negli ultimi 30 anni nella zona di coltivazione tanto che autorevoli studiosi hanno ipotizzato lo spostamento fino in Inghilterra della zone di coltivazione più idonee.

E' quanto riferisce la Coldiretti in relazione a quanto emerso al summit mondiale degli agricoltori 'Agricoltura e cambiamento climatico' organizzato a Parigi dall'Organizzazione mondiale degli agricoltori (Oma), dal Comitato delle Organizzazioni professionali agricole dell'Unione europea (Copa) e dal Consiglio dell'agricoltura francese in occasione del Vertice Cop21 di Parigi.

"L'agricoltura è l'attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli", ha affermato il presidente della Coldiretti e vicepresidente del Copa Roberto Moncalvo. "Si tratta però di una sfida per tutti che può essere vinta solo se si afferma un nuovo modello di sviluppo più attento alla gestione delle risorse naturali nel fare impresa e con stili di vita più attenti all'ambiente nei consumi, a partire dalla tavola", aggiunge.

Il riscaldamento del pianeta ha effetti anche sui prodotti tipici perché provoca il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l'affinamento dei formaggi o l'invecchiamento dei vini. Secondo un'analisi della Coldiretti, negli ultimi 30 anni il vino italiano è aumentato di un grado ma si è verificato nel tempo un anticipo della vendemmia anche di un mese rispetto al tradizionale mese di settembre.

Il caldo ha cambiato anche la distribuzione sul territorio dei vigneti che tendono ad espandersi verso l’alto con la presenza della vite a quasi 1200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove dai vitigni più alti d’Europa si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop. Si è verificato nel tempo - continua la Coldiretti - anche un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l'olivo che è arrivato alle Alpi. E’ infatti in provincia di Sondrio, oltre il 46esimo parallelo, l’ultima frontiera nord dell’olio d’oliva italiano.

Negli ultimi dieci anni - spiega la Coldiretti - la coltivazione dell’ulivo sui costoni più soleggiati della montagna valtellinese è passata da zero a circa diecimila piante, su quasi 30mila metri quadrati di terreno. Nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee. Una situazione che - rileva la Coldiretti - ha avuto effetti straordinari in Sicilia dove Andrea Passanisi ha trasformato in opportunità il clima ormai torrido, coltivando i primi avocado Made in Italy, frutto tipicamente tropicale, a Giarre ai piedi dell’Etna. A Palermo invece - conclude la Coldiretti - grazie al microclima e alla posizione soleggiata, Letizia Marcenò, che ha sempre voluto puntare sulla diversificazione aziendale, riesce addirittura produrre le prime banane nostrane.

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