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Ricerca: lo studio, parole giuste rendono bimbi più altruisti già a 2 anni

07 ottobre 2015 | 12.08
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Infophoto - INFOPHOTO
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Gioia, tristezza, paura, rabbia e disgusto. Conoscere le emozioni può essere divertente come guardare il cartoon record di incassi 'Inside Out'. Ma soprattutto aiuta i bambini a essere più empatici e altruisti. Già a due anni. È il risultato dello studio condotto dall’Università di Milano-Bicocca e pubblicato sulla rivista 'Infancy'. Nella ricerca sono stati coinvolti centocinque bambini, tutti di età compresa tra i due e i tre anni (età media di 2 anni e 5 mesi). I bambini, iscritti a sette nidi dell’hinterland milanese, sono stati suddivisi in un gruppo sperimentale e uno di controllo. Quelli del gruppo sperimentale, una cinquantina, hanno partecipato a un intervento intensivo di due mesi durante il quale, in pochi, hanno ascoltato, a rotazione, otto brevi storie a contenuto emotivo.

I racconti riguardavano episodi di paura, tristezza, rabbia e felicità dei protagonisti. Dopo l’ascolto, i bambini hanno partecipato a una conversazione guidata che toccava aspetti legati all’esperienza emotiva dei protagonisti delle storie: esprimere emozioni, conoscerne le cause, imparare a regolarle. I bambini del gruppo di controllo hanno ascoltato le stesse storie, ma non hanno partecipato alla conversazione guidata. Prima e dopo la fase di intervento, per valutare le abilità linguistiche e socio-emotive, tutti i piccoli hanno svolto semplici compiti di riconoscimento e comprensione delle emozioni; successivamente sono stati osservati, tramite una videoregistrazione, in situazioni di interazione spontanea al nido, cioè mentre giocavano fra loro senza sapere di avere addosso gli occhi dei ricercatori.

Il team ha così dimostrato che i bambini del gruppo sperimentale migliorano significativamente, rispetto al gruppo di controllo, le abilità socio-emotive: in particolare diventano più empatici nei confronti dei compagni in difficoltà. Complessivamente i bambini del gruppo sperimentale hanno aumentato in modo statisticamente significativo i comportamenti altruisti e prosociali durante i momenti di gioco libero al nido, passando da un totale di 14 azioni di questo tipo a un totale di 28 azioni. In particolare, sono aumentati i comportamenti di aiuto (porgere oggetti, chiamare l’adulto in soccorso), quelli di consolazione e conforto (fare carezze, parlare) e di condivisione (giocare insieme con gli stessi materiali).

"L’aumento di questi comportamenti – spiegano Ilaria Grazzani, coordinatrice dello studio e docente di psicologia dello sviluppo e Veronica Ornaghi, assegnista di ricerca dell’Università di Milano-Bicocca - rappresenta un precoce fattore di protezione da condotte negative verso l’altro, come aggressività, bullismo e azioni antisociali. I risultati di questa ricerca, la prima a essere stata condotta al nido con bambini di due anni allo scopo di incrementare abilità socio-emotive e prosociali, hanno importanti ricadute applicative. Abbiamo infatti validato una nuova proposta di attività, che può essere inserita nei percorsi educativi dei bambini frequentanti i contesti educativi per l’infanzia".

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