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'Effetto prima notte' in hotel, ecco perché non dormiamo

21 aprile 2016 | 18.22
LETTURA: 3 minuti

Hotel Straf a Milano (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Hotel Straf a Milano (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA

E' capitato a tutti noi: quando dormiamo in un luogo sconosciuto per la prima volta - una stanza d'albergo, per esempio - spesso non ci si addormenta facilmente, e comunque si riposa male. Ora i ricercatori della Brown University (Usa) spiegano il perché in uno studio pubblicato su 'Current Biology': quando ci si trova lontani dalla sicurezza della propria casa, un emisfero del cervello rimane 'sveglio' a fare la guardia. Una funzione protettiva e da 'animali selvaggi' che il nostro organismo non ha perso.

"Conoscevamo il fenomeno del sonno 'uniemisferico' nei mammiferi marini e in alcuni uccelli - spiega Yuka Sasaki, una delle studiose - Ora sappiamo che, anche se il cervello umano non mostra lo stesso grado di asimmetria di queste creature, può avere un sistema di allerta 'in miniatura' rispetto a quello di balene e delfini". Il fenomeno noto come 'effetto prima notte' è stato studiato in laboratorio su alcuni volontari, applicando tecniche di neuroimaging avanzate per analizzare la funzionalità di un cervello addormentato.

Le immagini hanno rivelato qualcosa che gli scienziati non si aspettavano di vedere: durante la prima notte di sonno, i due emisferi del cervello hanno mostrato diversi livelli di attività. Un lato dormiva in modo più 'leggero' rispetto all'altro. Per motivi che i ricercatori ancora non hanno compreso, la parte più sveglia del cervello risulta sempre quella sinistra.

L'emisfero con profondità ridotta del sonno ha anche mostrato una maggiore risposta ai suoni e comunque, durante le sessioni di sonno successive, questo effetto è scomparso. Secondo Sasaki c'è un modo per dormire meglio: portare con sé il proprio cuscino o soggiornare in hotel con ambientazione simile a casa propria per contrastare il nostro istinto auto-protettivo. E in ogni caso gli esperti spiegano che chi viaggia spesso impara, inconsapevolmente, ad annientare l'effetto prima notte. "Il cervello umano è molto flessibile", concludono gli autori, "e per questo chi si trova magari ogni giorno in un posto nuovo può comunque avere un sonno su base regolare".

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