"Sono molto preoccupato, non è la prima volta che succedono cose simili in Egitto. Ma ora che la notizia è finita sui social spero che questo in qualche modo lo protegga e contribuisca al suo rilascio". Amr Abdelwahab, ingegnere egiziano, conosce Patrick George Zaky, l’attivista e ricercatore egiziano di 27 anni arrestato all'aeroporto del Cairo nella notte tra giovedì e venerdì, dai tempi dell’Università. In Egitto, quando entrambi frequentavano la German University, nella Capitale egiziana. "Ci siamo conosciuti nel 2008 – racconta Abdelwahab all’AdnKronos – ed eravamo lì assieme anche per la rivoluzione egiziana del 2011. Come attivista, Patrick si è sempre battuto per i diritti, per chi è stato imprigionato ingiustamente, persone che troppo spesso vengono trattate solo come numeri".
Abdelwahab è la persona che ha lanciato, su Change.org, una petizione per chiedere al governo egiziano il rilascio di Zaky, petizione che ha superato in poche ore le 1.300 firme. "Patrick è uno dei più sinceri attivisti per i diritti umani in Egitto – ricorda Abdelwahab -. E’ sempre stato in prima linea nella battaglia contro l'oppressione in Egitto. Dai diritti per la comunità Lgbtq a quelli per le donne, fino ai diritti per i cristiani in Egitto e a quelli dei prigionieri politici". Ed è sempre stato in prima linea anche nel chiedere la verità per Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano trovato morto alla periferia del Cairo il 3 febbraio 2016. "Quando è scomparso Patrick ho provato un vuoto allo stomaco, è non è un sentimento sconosciuto, purtroppo. Gli arresti politici in Egitto succedono troppo spesso, le persone scompaiono, come è successo a Giulio Regeni. Spero che Patrick venga rilasciato e spero che tutto questo ‘rumore’ su di lui, sul suo arresto, qui sui social e sui media, aiuti a liberarlo".