(Aki) - "Abbiamo timori fondati che le istituzioni dello Stato e la televisione ufficiale siano schierati" dalla parte dell'ex ministro della Difesa e futuro candidato alla presidenza dell'Egitto, Abdel Fattah al-Sisi. E' quanto dichiara ad Aki-Adnkronos International Husam Mones, coordinatore della campagna elettorale di Hamdin Sabbahi, esponente della sinistra egiziana che intende candidarsi alle prossime presidenziali. "Se dovessimo scoprire che la nostra partecipazione alle elezioni e' solo un proforma, allora potremmo anche decidere di ritirarci", spiega Mones, precisando che "se invece ci troveremo di fronte ad elezioni trasparenti, allora crediamo che il nostro candidato abbia ampie probabilita' di vittoria".
Quanto alla data in cui Sabbahi intende presentare la sua candidatura, Mones rivela che lo fara' "quando avremo terminato di raccogliere le 25mila firme necessarie e forse decideremo di raccoglierne il doppio". A proposito delle voci secondo cui al-Sisi intende presentarsi come candidato della sinistra, la stessa corrente di Sabahi, influenzando in questo modo le chance di vittoria di quest'ultimo, Mones ritiene che non sia importante "il dibattito ideologico", ma piuttosto "chi sia espressione delle aspirazioni del popolo e della rivoluzione e chi invece rappresenti la controrivoluzione".
Allo stesso tempo, Mones critica il modo in cui al-Sisi ha annunciato la sua candidatura, poiche' ha utilizzato "la televisione pubblica", opportunita' che "non e' stata data agli altri candidati. Abbiamo contattato la tv per chiedere questa possibilita' - spiega - ma non ci hanno risposto". Inoltre, l'ex ministro "si e' presentato in divisa militare", aggiunge. L'Alta commissione elettorale ha dato il via ieri alla ricezione delle domande dei candidati, che avranno tempo per presentarle fino al 20 aprile. Le condizioni per potersi candidare sono aver ottenuto il sostegno di almeno 20 deputati o aver raccolto almeno 25mila firme tra gli aventi diritto di voto in almeno 15 province del Paese, con una quota minima di duemila firme per ogni provincia.
