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Egitto, confermata la condanna a morte di Morsi

16 giugno 2015 | 11.43
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Il tribunale penale del Cairo ha confermato la condanna a morte per impiccagione dell'ex presidente egiziano Mohammed Morsi, per il suo ruolo in una evasione di massa da un carcere nel 2011. La nuova sentenza è arrivata dopo una prima condanna a morte, sulla quale era stato chiesto il parere del Gran Mufti. Lo ha annunciato il presidente del tribunale, leggendo la sentenza in diretta tv. La condanna a morte, come chiarisce il sito del quotidiano al-Ahram, può essere impugnata.

E' stata confermata la condanna a morte per impiccagione anche per altri imputati 'eccellenti', tra i quali Mohammed Badie, guida suprema dei Fratelli Musulmani, per Mohammad al-Katatny, presidente del partito della Fratellanza, 'Libertà e Giustizia', messo fuorilegge dopo la destituzione di Morsi nel 2013, e per Yusuf al-Qaradawi, telepredicatore considerato punto di riferimento spirituale per i Fratelli Musulmani, residente in Qatar e quindi condannato in contumacia.

Anche un ergastolo per spionaggio

In mattinata, lo stesso tribunale ha condannato Morsi all'ergastolo (che in Egitto equivale a 25 anni di carcere) per spionaggio a favore di organizzazioni straniere, vale a dire i palestinesi di Hamas. Stessa condanna per altri 17 altri imputati, tra i quali Mohammed Badie, Mohammad al-Katatny e Essam al-Erian. E' stato invece condannato a morte nell'ambito di questo processo Khairat el-Shater, che nel 2012 si era candidato alle presidenziali prima che la sua candidatura fosse respinta dalla Commissione elettorale. Al suo posto fu candidato Morsi. Pena capitale anche per Mohammad el-Beltagy e Mohammad Abd el-Aaty e altri leader della Fratellanza processati in contumacia.

La condanna a morte di Morsi per fatti di gennaio 2011

La vicenda dell'altro processo, quello in cui Morsi è stato condannato a morte, riguarda la fuga di massa dal carcere di Wadi Natroun a gennaio 2011, per la quale sono finiti sotto processo 130 imputati (molti di loro sono latitanti), tra i quali Morsi. Le accuse sono danneggiamento e incendio alla prigione, omicidio, tentato omicidio, saccheggio del deposito di armi del carcere, liberazione di prigionieri. Secondo la procura, tra i detenuti evasi con l'aiuto dei militanti dei Fratelli Musulmani si contano altri esponenti della Fratellanza e membri di Hamas e di Hezbollah, oltre a jihadisti e criminali comuni.

Sempre secondo l'accusa, l'operazione si è svolta con l'aiuto di esponenti di Hamas arrivati da Gaza, che hanno usato lanciarazzi e altre armi per fare irruzione nel carcere, hanno ucciso alcuni poliziotti e ne hanno presi in ostaggio altri quattro. Per queste accuse, Morsi e altri 105 imputati erano già stati condannati a morte il 16 maggio scorso. Sulla condanna, come prevede la procedura, era stato richiesto il parere del Gran Mufti, che ha avallato la pena capitale.

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