(Aki) -
- 4 novembre: Morsi va a processo con l'accusa di aver istigato alla violenza contro i dimostranti anti-islamisti durante il periodo del suo mandato. Sfidando il giudice dichiara: "Sono io il legittimo presidente".
- 24 novembre: il presidente Mansour vara una legge che limita le proteste.
- 22 dicembre: tre attivisti laici vengono condannati a 3 anni a causa della nuova legge che reprime le proteste
- 24 dicembre: un'autobomba uccide 16 persone in un attacco al quartier generale della polizia di Mansoura. Ansar Beit al-Maqdis rivendica la responsabilità dell'attentato.
- 25 dicembre: il governo dichiara che la Fratellanza musulmana è un'organizzazione terroristica.
- 18 gennaio 2014: viene votata la nuova Costituzione con il 98% dei voti favorevoli.
- 27 gennaio: l'esercito appoggia la candidatura presidenziale (non ancora ufficiale) di al-Sisi.
- 24 marzo: un tribunale a Minya condanna a morte 529 sostenitori di Morsi, accusati di rivolte e di aver ucciso un comandante della polizia in un commissariato.
- 26 marzo: Al-Sisi annuncia ufficialmente la sua candidatura alla carica di presidente e si dimette dall'esercito.
- 20 aprile: sono chiusi i termini per presentare le candidature alle elezioni presidenziali. A sfidare Al-Sisi solo un altro candidato, di sinistra, Hamdeen Sabahy, che aveva fortemente sostenuto la destituzione di Morsi.
- 28 aprile: il tribunale di Minya conferma la pena di morte solo per 37 dei 529 Fratelli musulmani condannati, per tutti gli altri la pena capitale è commutata in ergastolo. Intanto però approva 638 condanne a morte per nuovi casi che coinvolgono altri sostenitori di Morsi.