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Egitto: presidenziali, dalla deposizione di Morsi al voto/scheda (2)

24 maggio 2014 | 17.07
LETTURA: 1 minuti

(Aki) -

- 4 novembre: Morsi va a processo con l'accusa di aver istigato alla violenza contro i dimostranti anti-islamisti durante il periodo del suo mandato. Sfidando il giudice dichiara: "Sono io il legittimo presidente".

- 24 novembre: il presidente Mansour vara una legge che limita le proteste.

- 22 dicembre: tre attivisti laici vengono condannati a 3 anni a causa della nuova legge che reprime le proteste

- 24 dicembre: un'autobomba uccide 16 persone in un attacco al quartier generale della polizia di Mansoura. Ansar Beit al-Maqdis rivendica la responsabilità dell'attentato.

- 25 dicembre: il governo dichiara che la Fratellanza musulmana è un'organizzazione terroristica.

- 18 gennaio 2014: viene votata la nuova Costituzione con il 98% dei voti favorevoli.

- 27 gennaio: l'esercito appoggia la candidatura presidenziale (non ancora ufficiale) di al-Sisi.

- 24 marzo: un tribunale a Minya condanna a morte 529 sostenitori di Morsi, accusati di rivolte e di aver ucciso un comandante della polizia in un commissariato.

- 26 marzo: Al-Sisi annuncia ufficialmente la sua candidatura alla carica di presidente e si dimette dall'esercito.

- 20 aprile: sono chiusi i termini per presentare le candidature alle elezioni presidenziali. A sfidare Al-Sisi solo un altro candidato, di sinistra, Hamdeen Sabahy, che aveva fortemente sostenuto la destituzione di Morsi.

- 28 aprile: il tribunale di Minya conferma la pena di morte solo per 37 dei 529 Fratelli musulmani condannati, per tutti gli altri la pena capitale è commutata in ergastolo. Intanto però approva 638 condanne a morte per nuovi casi che coinvolgono altri sostenitori di Morsi.

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