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Elezioni 2022, Conte: "Su 2 mandati M5S non c'è diktat di Grillo"

26 luglio 2022 | 20.32
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"Certe persone di esperienza gioverebbero al movimento"

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

"Sul doppio mandato non c'è un diktat di Beppe Grillo, lui ha sempre sostenuto questa linea, che condivido, ma siamo in una fase complicata, e certe persone di esperienza gioverebbero al movimento, scioglieremo la riserva a breve". Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte a Filorosso su Rai3 rispondendo ad una domanda sulla regola del doppio mandato.

"Di Battista se vuole può tornare ma deve inserirsi nella struttura", ha aggiunto rispondendo ad una domanda sul possibile ritorno di Alessandro Di Battista.

"Si è allontanato dal Movimento e quindi si è ritagliato uno spazio di libertà e di critica al movimento. Ci confronteremo - ha aggiunto Conte - abbiamo buoni rapporti personali, ci dirà lui. Però abbiamo lavorato tanto per questo nuovo corso, ci siamo dati uno statuto, degli organismi politici, quindi se vuole tornare deve inserirsi in questa struttura. Non c'è più la decisione di un singolo o di un alcuni singoli, come avveniva prima, ma tutto passerà attraverso un percorso che è un po' più strutturato e più razionale".

Conte ne ha approfittato anche per lanciare una frecciata all'ex capo politico del M5s Luigi Di Maio: "Si è molto ironizzato sulle nostre lunghe riunioni del consiglio nazionale e delle assemblee congiunte, prima non esisteva tutto questo. Quando c'è stata la gestione del ministro degli esteri, che tanto ci critica adesso - ha attaccato Conte - c'era un capo politico e decideva lui, quindi adesso ha scoperto la democrazia quando è andato via. Questo mi fa piacere".

"Alle elezioni si parlerà di voto utile, o si vota Meloni o Letta, o Calenda che si propone, oppure Renzi Di Maio. Di fatto la narrazione sarà questa ma attenzione: ci sarà una sorpresa, ci sarà il terzo incomodo, con la sua agenda sociale e progressista. Saremo soli, saremo il terzo campo ma saremo il campo giusto", le parole di Conte in precedenza nel corso di una diretta Facebook.

"Il M5S ha un'identità precisa, data dai valori e principi che professiamo. Dicono che non ci evolviamo, ma se l'evoluzione è conformarsi, rinunciare alla transazione ecologica, alla giustizia sociale, allora non ci evolviamo mai. Noi torneremo nelle strade e nelle piazze e spiegheremo quel che abbiamo fatto, non abbasseremo mai lo sguardo perché il nostro sarà sempre lo sguardo da chi è isolato e bullizzato, ma si è battuto per i cittadini", a partire dagli "invisibili. Il Movimento ha questa vocazione, è disponibile a diventare bersaglio di un sistema mediatico che regge su un pensiero dominante, ma non ci fermeremo mai".

"Quando c'è stata la scissione nel Movimento, a vari livelli, si è discusso di un rimpasto, e per noi di avere un nuovo dicastero: siamo stati chiari, perché non ci interessa lavorare per una poltrona in più o un sottosegretario in più. A noi interessano i temi e le battaglie da portare avanti".

DRAGHI - "Dell'agenda, presentata" dal M5S al premier Mario Draghi, "pensavamo di discuterne, ma Draghi in Senato ha mostrato estrema risolutezza, evidentemente ritiene, pur dopo 18 mesi di governo, che la dialettica politica debba rimanere esiliata". La norma sull'inceneritore nel dl aiuti che ha segnato la scelta del M5S di 'strappare' "è stata inserita mettendoci due dita negli occhi" e il "Pd ha voluto quella norma. Io son rimasto male di Gualtieri, è stato il mio ministro dell'Economia, con lui ho parlato di green deal, abbiamo iniziato a lavorare insieme su un'agenda sociale, e dopo mi sono ritrovato, senza neanche che lo avesse annunciato in campagna elettorale, con il più grande inceneritore d'Europa da realizzare nella città di Roma".

LETTA - "Letta ha parlato del 20 luglio come il giorno dell'irresponsabilità, non credo che questa accusa riguardi il M5S. Quel giorno al Senato il M5S si è presentato forte di un documento politico chiaro e costruttivo", che metteva in risalto "l'emergenza attuale e le sofferenze di famiglie e imprese che stanno aumentando, dando indicazioni su quella che per noi era un agenda da discutere. Non abbiamo scritto di premure o bandierine del M5S".

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