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Elezioni, Calenda: "Voto ad aprile? Serio rischio per la tenuta del Paese"

02 febbraio 2017 | 08.47
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(Fotogramma)
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"Andare alle elezioni a giugno o peggio ad aprile rappresenta a mio avviso un serio rischio per la tenuta del Paese". Così il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda in un'intervista al Corriere della Sera, nella quale precisa, però, di parlare a "titolo personale" ricordando che "la posizione del governo sulla questione elettorale è chiara: a decidere saranno il Parlamento e il presidente della Repubblica".

Il rischio, spiega, c'è "perché di qui ad allora il governo avrà una serie di appuntamenti ineludibili: bisognerà attuare le iniziative per stabilizzare il sistema bancario, andrà implementato il piano Minniti sull’immigrazione per fronteggiare gli sbarchi estivi, andrà impostato il lavoro sulla ricostruzione nelle aree terremotate, andranno fronteggiate alcune difficili e fondamentali crisi industriali. Pensare di gestire tutto ciò e molto altro con un esecutivo dimissionario, nel mezzo di una campagna elettorale, mi pare un azzardo", spiega ancora.

Secondo Calenda, il tema centrale sono quindi la "messa in sicurezza del Paese e le riforme fatte del governo Renzi. La mia prospettiva è più economica che politica. E ritengo sia imperativo riflettere sui rischi collegati alla scelta di andare subito alle elezioni", ribadisce.

Quanto all'eventuale governabilità, Calenda è certo: con la legge elettorale in vigore dopo la sentenza della Consulta, "tutti i sondaggi sembrano indicare come scenario più probabile uno stallo alla spagnola che consegnerebbe l'Italia all’ingovernabilità. In questo contesto il rischio che lo spread acceleri la salita già iniziata mi sembra molto concreto. Questi sono i rischi interni. Poi non va dimenticato che viviamo un’epoca di enormi incertezze anche a livello internazionale".

Mentre sul fronte economico, conclude Calenda, "al di là dei numeri, serve una finanziaria che dia una scossa al Pil. Sarebbe importante anche per l’Europa, perché si darebbe un segnale di tenuta delle forze non populiste. E su questo piano dovremmo iniziare in Italia un confronto proprio con la parte più responsabile dell’opposizione, per presentarci ai mercati in modo forte e coeso. A questo punto le elezioni di febbraio potrebbero avere un esito molto diverso rispetto a quello che si prospetta oggi".

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