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Elezioni: libro Capezzone, 'bomba a orologeria' manifesto liberale per non arrendersi al declino

16 settembre 2022 | 21.57
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Ironico, incalzante, acuto. Daniele Capezzone con il suo ultimo libro "Bomba a orologeria. L'autunno rovente della politica italiana", edito da Piemme, delinea con grande lucidità i rischi verso cui l'Italia sta andando incontro. L'autore sottolinea come l'inflazione, il caro energia, la pressione fiscale e una burocrazia asfissiante siano alcuni dei mali che stanno affliggendo una nazione sempre più povera, arrabbiata e disillusa. Ma come invertire la rotta? Capezzone fornisce alcune ricette che dovrebbero essere il cardine della visione politica ed economica di ogni buon liberale: il saggio trasuda infatti di liberalismo, riflettendo gli ideali di Hayek, Milton, Einaudi, ma anche di quelli libertari di Clint Eastwood, figura su cui Capezzone si è soffermato nella sua precedente opera, "Per una nuova destra".

Il saggio "oscilla tra disincanto e desiderio di una scossa", come scrive il giornalista de La Verità: da liberale, Capezzone è portato ad analizzare in modo obiettivo la realtà fornendo, al tempo stesso, proposte e suggerimenti senza mai perdere la speranza e il desiderio di lottare per i propri ideali di individualismo e libertà contro uno Stato dirigista e invasivo. Il libro inizia ripercorrendo i giorni della caduta del governo Draghi e attraversa alcuni momenti della storia recente del nostro Paese, caratterizzato da un "semicommissariamento" della politica fin dai mesi antecedenti alla caduta dell'ultimo governo Berlusconi. Capezzone, sempre controcorrente, non risparmia poi critiche alla gestione della pandemia, mettendo in luce contraddizioni ed errori che hanno portato "le nostre classi dirigenti" a perdere "credibilità". Ma non c’è solo la politica italiana nel saggio. Sono molti gli argomenti e i temi affrontati, dagli "scenari da nuova Guerra Fredda" di cui il conflitto in Ucraina è solo una delle conseguenze agli errori che hanno portato alla caduta dell'ex primo ministro inglese Boris Johnson. Capezzone, da fiero atlantista, non risparmia severi giudizi sul presidente degli Stati Uniti Joe Biden e spiega, inoltre, quale ruolo strategico l'Italia dovrebbe ritagliarsi nel Mediterraneo.

Il giornalista, attraverso la moltitudine di episodi e retroscena descritti, mette in luce la miopia di molti leader politici e capi di Stato, che, come ricorda Capezzone, quattro mesi prima dello scoppio dell'invasione in Ucraina, passeggiavano abbagliati dalle bellezze romane al G20 di ottobre, mentre Mosca e Pechino portavano avanti i loro piani egemonici di conquista. In uno scacchiere internazionale sempre più frammentato e sempre meno filoatlantico, il ruolo dell'Italia per Capezzone va rilanciato e rifondato, pena la sussidiarietà a Parigi e Berlino. L'autore suggerisce la strada da seguire a un centrodestra a volte diviso e ambiguo su alcuni temi di fondo, come la sua collazione internazionale e la sua tendenza a politiche economiche talvolta più stataliste che liberiste, ma dato per favorito alle elezioni del 25 settembre. Con il suo saggio Capezzone vuole "scuoterci", per "ritrovare un orgoglio per i valori che dovrebbero animarci". E portare così l'Italia a togliersi di dosso quelle scorie che la tengono ingabbiata, tornando ad essere consapevole della propria grandezza. Prima che sia troppo tardi.

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