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Elezioni Usa, Sisci: "forse la Cina tifa Trump"

31 ottobre 2020 | 18.52
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Non è detto che la Cina tifi per Joe Biden, forse potrebbe preferire una vittoria di Donald Trump. A parlarne con l'Adnkronos è il sinologo Francesco Sisci, che ricorda come in realtà la politica "anticinese" sia cominciata nel 2010 con il 'pivot to Asia' dell'amministrazione Obama, dove Biden era vice presidente.

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Non è detto che la Cina tifi per Joe Biden, forse potrebbe preferire una vittoria di Donald Trump. A parlarne con l'Adnkronos è il sinologo Francesco Sisci, che ricorda come in realtà la politica "anticinese" sia cominciata nel 2010 con il 'pivot to Asia' dell'amministrazione Obama, dove Biden era vice presidente.

"Uno dei più importanti cinesi studiosi di America, Yan Xuetong, ha detto che la Cina tifa per Trump, perché Trump è divisivo in America e nei rapporti fra America ed Europa, gli alleati" - nota Sisci- "Yen è uno studioso importante, ma non significa che sia quello che pensa tutta la leadership cinese, potrebbe anche essere una falsa informazione, parte di una campagna di disinformazione. Certo è che la politica 'anticinese' non è cominciata oggi, è cominciato con il 'pivot to Asia'".

"Il confronto duro con la Cina - ricorda l'esperto- non nasce con Trump, viene da prima. Quello che Trump sicuramente voleva era forzare il confronto per arrivare ad un accordo commerciale. Il timore a Pechino è che Biden invece non voglia un semplice accordo commerciale. Ci sono due scuole di pensiero in Cina, c'è chi teme più Trump che è stato duro, con Pompeo che ha detto di voler rovesciare il partito comunista cinese", sottolinea Sisci. "Ma c'è anche - continua il sinologo - chi teme che alla fine i democratici possano essere più anticinesi dei repubblicani, perché in passato lo sempre stati, e perché i repubblicani sono più orientati al business mentre i democratici sono più ideologici" specie sui diritti umani.

"Non credo che vinca Trump o Biden cambierà molto, sulla Cina c'è un accordo ormai bipartisan. Chiunque vinca, credo cercherà non più di affrontare la Cina testa a testa, ma, come sta già avvenendo nell'ultimo anno o due, cercherà di creare una coalizione politica, economica e militare antagonista alla Cina, con gli alleati vecchi e nuovi", ragiona Sisci, riferendosi all'Europa ma anche all'Asia "dove questa alleanza è molto avanzata, già ne fanno parte Giappone, Australia, India, Vietnam".

"Quello che succederà probabilmente è che chiunque vinca farà ulteriori pressioni agli alleati, non è vero che se vince Biden cambia qualcosa nella politica americana. Le pressioni aumenteranno, chiunque vinca, anche verso l'Italia", sottolinea il sinologo.

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