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Ema, chiesta interrogazione urgente a Commissione Ue

04 febbraio 2018 | 13.29
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Ema, chiesta interrogazione urgente a Commissione Ue

"C’è grande preoccupazione a Bruxelles sullo spostamento della sede Ema, che rischia di trasformarsi in uno scontro istituzionale senza precedenti. Già il ritardo olandese nella realizzazione del nuovo edificio che dovrebbe ospitare l’Agenzia del farmaco è inaccettabile e solleva grossi dubbi sulla bontà della scelta europea. Ora la notizia di documenti che sarebbero stati tenuti riservati dalla Commissione Ue su richiesta dell’Olanda è un fatto gravissimo che impone risposte immediate da parte di Bruxelles" .E’ quanto dichiara l’eurodeputato di Forza Italia Massimiliano Salini che oggi ha depositato un’interrogazione urgente alla Commissione Europea.

"La Commissione Europea deve fare immediatamente chiarezza sull’accaduto riportando al centro dell’azione Ue quei criteri di trasparenza e merito di cui si è sempre vantata e che mai come in questo caso sembrano essere venuti meno", spiega.

"La decisione di andare avanti su Ema senza attendere che l’Europarlamento si pronunci nella procedura di codecisione può diventare un pericoloso precedente nel delicato equilibrio tra poteri su cui si fonda l’Ue. Un quadro generale molto preoccupante, di fronte al quale è della massima priorità interrompere l’iter dell’assegnazione per fare luce sull’intera partita", conclude.

PITTELLA - "Il governo italiano è fortemente impegnato nell’esperire ogni tentativo consentito per portare la sede Ema a Milano. Chiedo che sia assicurata la massima trasparenza sulla documentazione relativa alla sede di Amsterdam". Lo dice all'Adnkronos Gianni Pittella, capogruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo.

"È doveroso - aggiunge - che siano verificate tutte le condizioni logistiche e di ogni altro tipo perché la sede possa funzionare entro i tempi previsti".

COMI - Le speranze di veder riassegnata a Milano la sede dell'Ema "ci sono", a patto che "Gentiloni decida di metterci la faccia". Lo dice all'Adnkronos l'europarlamentare di Fi e vicepresidente del Ppe Lara Comi.

"Cosa aspetta Gentiloni - si chiede l'esponente azzurra - ad andare a Bruxelles? Il Primo ministro italiano ancora non si è fatto vedere, il ricorso doveva essere presentato tre mesi fa, temo che in questa partita qualcuno in Italia non voglia giocare. Noi come Parlamento europeo abbiamo fatto tutto quello che serviva, ma serve un gioco di squadra ed è ora che Gentiloni ci metta la faccia, perché la questione è politica prima che tecnica".

"Visto che in campagna elettorale cita tanto Macron, il nostro presidente del Consiglio segua il suo esempio, dato che non si tira indietro quando ci sono da tutelare gli interessi delle aziende francesi, spesso a scapito di quelle italiane. Non è vero che non abbiamo possibilità di ottenere la sede dell'Ema, le speranze ci sono e da italiana mi addolora vedere che non si voglia combattere con la giusta determinazione. Vedersi già sconfitti - conclude Comi - non è nel mio stile, ad altri forse piace sentirsi battuti in partenza".

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