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Emilia R.: nuova apparecchiatura per staminali al S.Maria Nuova Reggio

18 aprile 2014 | 17.31
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Reggio Emilia, 18 apr. (Adnkronos Salute) - E' stata presentata questa mattina la nuova apparecchiatura per migliorare la lavorazione delle cellule staminali emopoietiche destinate ai trapianti, acquistata dal Laboratorio di criobiologia della Struttura complessa di Medicina trasfusionale dell'Arcispedale S.Maria Nuova di Reggio Emilia, grazie a una donazione di Ammi (Associazione mogli medici italiani), sezione di Reggio. La nuova tecnologia si chiama Sepax 2 ed è in grado di eseguire lavorazioni a circuito chiuso su cellule staminali - spiega l'Irccs in una nota - garantendo standard elevatissimi di sicurezza per il paziente e tracciabilità delle procedure, dei materiali e degli operatori.

Alla presentazione, avvenuta questa mattina nell'edificio Spallanzani, sono intervenuti il direttore sanitario dell'ospedale, Giorgio Mazzi, la responsabile del Laboratorio di criobiologia e tipizzazione tissutale, Angela Mazzi, la presidente di Ammi Angela Leone Sandonà, insieme alla socie e ai referenti della ditta Omniamed distributrice della apparecchiatura per l'Italia. La nuova apparecchiatura - precisa l'Irccs - rivestirà un ruolo fondamentale nella lavorazione delle staminali congelate destinate ai trapianti e favorirà l'ampliamento delle possibilità del loro utilizzo nella medicina rigenerativa, ambito in rapida espansione.

"Con il Sepax potremo ridurre il volume di stoccaggio anche per tempi lunghi delle cellule staminali emopoietiche e, una volta scongelate, potremo utilizzarle nei trapianti senza avere l'urgenza di infonderle entro pochi minuti, come ora avviene", spiega Angela Mazzi. "Il trattamento con questa apparecchiatura, infatti, ne consente la conservazione e reinfusione con maggiore agilità, senza che vengano alterate le performance del trapianto stesso". Ma non è l'unico vantaggio. "La lavorazione sulle cellule staminali emopoietiche consentirà - aggiunge l'esperta - di rimuovere alcune componenti sempre presenti nella crioconservazione che comportano effetti collaterali per i pazienti trapiantati e che sinora hanno reso le procedure molto più complesse". Soddisfatto anche Giorgio Mazzi: "Si tratta di una acquisizione che va incontro alla mission di forte investimento sul potenziamento tecnologico dell'Irccs di Reggio Emilia".

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