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Emilia Romagna: Nomisma, investitori attratti da qualità vita, know how e professionalità

14 marzo 2016 | 18.07
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Emilia Romagna: Nomisma, investitori attratti da qualità vita, know how e professionalità

Qualità della vita, know how e forza lavoro qualificata sono questi i principali fattori che fanno dell’Emilia Romagna un territorio in grado di attrarre gli investimenti delle imprese straniere. E' quanto emerso dall’incontro 'Investimenti diretti esteri: Emilia Romagna best practice italiana?', il quarto evento di 'Growing seeds forum', il ciclo di seminari organizzato da Nomisma a Bologna, con il supporto del gruppo Philip Morris, tenutosi oggi a Bologna. 

Al centro del confronto i risultati della ricerca realizzata da Nomisma dal titolo 'L’Emilia Romagna e l’internazionalizzazione produttiva', che ha analizzato l’evoluzione dei flussi di investimenti diretti esteri nel sistema economico regionale, identificandone i fattori di attrazione, gli ostacoli e i benefici, sondando oltre 100 imprese 'top' regionali.  

Nel panorama europeo, con l’Italia che si contraddistingue per un basso livello di attrattività degli investimenti diretti esteri: in valore assoluto, meno di 400 miliardi di dollari contro gli oltre 700 di Francia, Spagna e Germania o i 1.700 miliardi del Regno Unito nel 2014, l'Emilia Romagna figura tra le prime 10 regioni del Sud Europa per capacità attrattiva.

"Burocrazia e pressione fiscale – ha sottolineato Andrea Goldstein, managing director di Nomisma - vengono ritenuti , invece, come i principali ostacoli". "In termini - ha aggiunto Goldstein - più generali, le imprese ritengono che le sinergie tra il mondo produttivo e quello della formazione, la capacità di attrarre capitale umano e professionale nonché, l’innovazione e i rapporti con la pubblica amministrazione rappresentino le condizioni strategiche per favorire gli investimenti stranieri nel nostro territorio".  "Quella emiliano-romagnola rappresenta una delle più competitive realtà territoriali del nostro Paese, - ha rimarcato il presidente e ad di Philip Morris Italia Eugenio Sidoli - grazie ad un sistema virtuoso di relazioni che coinvolge imprese, associazioni imprenditoriali e parti sociali, istituti di formazione, amministrazioni pubbliche e società civile". "Il successo di questa terra nasce da fattori come la passione, l'etica del lavoro, la collaborazione e la capacità di innovare". 

"Nel nostro caso – ha aggiunto Sidoli – oltre all'ecosistema ha giocato un ruolo fondamentale la presenza di Phillip Morris Manufacturing & Technology Bologna, ex Intertaba, un'eccellenza manifatturiera del nostro gruppo che ha favorito l'accesso di un investimento industriale di grande portata e la localizzazione a Bologna del primo impianto al mondo per la produzione di prodotti innovativi del tabacco, destinati a sostituire il consumo delle sigarette con alternative tecnologiche senza combustione".

"A Bologna c'è un capitale umano particolarmente sofisticato - ha concluso Sidoli - c'è anche una tecnologia fondamentale per il nostro settore che è l'industria del packaging, geograficamente è un polo logistico primario, ci sono istituzioni molto attente alle tematiche dell'impresa, l'università, buona scuole e una scuola di management che è molto importante, specie per l'internazionalizzazione".  

Al dibattito anche il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, per il quale "promuovere il Made Italy, sostenere produzioni e servizi ad alto valore aggiunto, investire sulla specializzazione, internazionalizzazione ed innovazione del tessuto produttivo e sulla vocazione manifatturiera del nostro territorio, far crescere un'infrastruttura educativa e di ricerca all'altezza delle sfide di un’economia aperta e globale, garantire un gioco di squadra tra istituzioni locali e nazionali sono le scelte fatte per riposizionare il nostro territorio nella nuova estensione del mercato globale". 

"Gli investimenti di Lamborghini, Berluti, Danfoss, Philip Morris  e di altre imprese leader che oggi operano in Emilia Romagna - ha aggiunto il governatore - ne sono gli esiti e confermano quanto sia strategico concepire la politica industriale come un insieme di strumenti in grado di rafforzare le capacità di sistema". 

E intanto sono in arrivo, ha ricordato Bonaccini , "i 25 milioni di euro della legge regionale per l’attrattività" e che "rispondono a questa logica, esattamente come il  Patto per il lavoro che mette in campo 15 miliardi di euro per nuova generazione di politiche pubbliche integrate per lo sviluppo, la coesione e la buona occupazione".

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