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Emma Sergeant ha dipinto il drappellone del Palio di Siena del 2 luglio

26 giugno 2022 | 20.04
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L'opera è presentata questo pomeriggio dal sindaco Luigi De Mossi e dallo storico Duccio Balestracci nel Cortile del Podestà di Palazzo Pubblico

Il sindaco Luigi De Mossi alla presentazione del drappellone per il Palio di Siena del prossimo 2 luglio
Il sindaco Luigi De Mossi alla presentazione del drappellone per il Palio di Siena del prossimo 2 luglio

Il drappellone realizzato per il Palio di Siena del prossimo 2 luglio, corso in onore della Madonna di Provenzano e dedicato al 75° anniversario del Comitato Amici del Palio, porta la firma della pittrice inglese Emma Sergeant.

L'opera, che sarà consegnata alla Contrada vincitrice della Carriera in piazza del Campo, è stata presentata questo pomeriggio dal sindaco Luigi De Mossi e dallo storico Duccio Balestracci nel Cortile del Podestà di Palazzo Pubblico: è un elegante lavoro figurativo, in cui l'abile tratteggio a gouche, esalta la rappresentazione dando vita a quel connubio tra sacro e profano che il Palio di Siena è in grado di creare. Di grande impatto visivo la testa di un cavallo che domina tutta la parte centrale, il vero e unico protagonista della Festa senese, che sprigiona bellezza, forza.

"Dopo due anni di stop, vedere il drappellone è un'emozione fortissima. Siena ritrova così la sua normalità, da vivere con la consueta passione - ha detto il sindaco - Da senese e anche a livello personale non è stato semplice per due anni consecutivi rinunciare al Palio, ma era necessario porre la salute dei nostri cittadini al primo posto e, grazie alla collaborazione di tutta la comunità, la città ha saputo affrontare a testa alta questa fase. Questo non ci ha ripagato del fatto di non aver disputato quattro Carriere".

In alto, sulla destra, del drappellone c'è la riproposizione di un momento della corsa. Come in un fotogramma: due contrade sull'anello di tufo con sullo sfondo il Palazzo comunale. Dalla parte opposta il volto della Vergine nel quale ritrovare i lineamenti dell'artista inglese. Nella Madonna dipinta dalla Sergeant si può così vedere la Santissima Madre di Gesù e la donna della nostra contemporaneità. Un'iconografia mariana che attinge e trova ispirazione dalla realtà. Un armonico quanto intenso valzer di segni: talvolta più intensi e profondi, creati da una mano decisa, a volte più sfumati, quasi soffiati, che la avvolgono in una dimensione spirituale. In basso il bestiario delle 10 Contrade che partecipano alla Carriera.

Nel drappellone della pittrice inglese il cromatismo è estremamente ridotto. "A dominare è il nero, con le sue sfumature e l'arancio che satura, con un effetto tipo spugnatura, gli spazi lasciati vuoti dalle figure. Un colore caldo usato come fonte di luce per far emergere il racconto icastico della corsa e della storia", ha spiegato Duccio Balestracci.

Una scelta forte, quella di usare solo due colori, ma perfetta per spingere lo sguardo dello spettatore all'estremo: lo costringe ad interrogarsi sul perché; lo costringe a innescare un dialogo sensoriale con l'artista, offrendo tante le possibili 'letture'. Forse anche quella di connotare l'opera di atemporalità. Un po' come guardare un'antica lastra fotografica. Il cromatismo si sprigiona dal ricordo e dalla memoria, emerge direttamente dal cuore.

"Il lavoro donato da Emma Sergeant alla Città di Siena è sicuramente originale e unico, caratterizzato da una cifra stilistica di altissimo livello, tratto elegante e tinte decise, come il carattere dei senesi", ha commentato il sindaco Luigi De Mossi.

Il nero è associato al potere, al controllo, al mistero. E Siena, da secoli, ha fatto di tutto, riuscendoci, per mantenere vivo il suo Palio con azioni innovative che hanno permesso di 'adattarlo' alla modernità senza snaturarlo. Come i senesi ci siano riusciti è tuttora un mistero, forse è per l'entusiasmo e l'energia, tradotti proprio dal colore arancione, con i quali hanno difeso una tradizione fatta di amore e passione.

Emma Sergeant ha avuto modo di conoscere Siena, ben rappresentata, infatti, sul drappo anche con i tre grandi stemmi dei Terzi (Terzo di Camollia, Terzo di Città e Terzo di S. Martino), l'antica suddivisione della città, come a rimarcare il forte senso di appartenenza dei suoi cittadini. Una peculiarità sempre più diluita in molte altre realtà, così come le tradizioni, contenitori naturali e non artificiosi dei valori che una comunità riesce a trasmettere alle generazioni successive.

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