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Energia: elettrodotto Sorgente-Rizziconi bloccato da sequestro, comunità divise

27 aprile 2015 | 15.04
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Dopo una denuncia sequestrato il palo 40 nel messinese. Terna punta il dito contro ritardi che costano ogni anno a imprese e famiglie oltre 600 mln di euro di mancato risparmio. Il Coordinamento Ambientale Tutela del Tirreno lancia petizione. Il sindaco di Saponara: "Opera invasiva ma ci sono dei benefici". Il primo cittadino di Rizziconi: "Può portare lavoro sul territorio"

Infophoto
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Un elettrodotto di 105 km per collegare la Sicilia alla Calabria, dalla stazione elettrica di Sorgente a quella di Rizziconi, attraverso la linea aerea e un sistema di sei cavi sottomarini. L'opera di Terna è quasi completata ma la messa in esercizio, prevista nei prossimi mesi, rischia di essere bloccata dal sequestro del palo 40 a Saponara (Messina) in seguito alla denuncia di un'associazione ambientalista. Sull'elettrodotto, senza il quale secondo Terna la Sicilia è a "rischio blackout", le comunità sono divise tra sostenitori, convinti che l'opera porterà vantaggi economici, e ambientalisti che dichiarano guerra.

"Bene questo elettrodotto se serve a ridurre il costo della luce anche in Sicilia", commenta all'Adnkronos Giuseppe Di Giorgio, sindaco Rizziconi (Reggio Calabria). "A Rizziconi ci sarà la centrale di accumulo - conclude Di Giorgio - Siamo contenti perché questo tipo di impianto può portare anche lavoro e indotto".

Il sindaco di Saponara Nicola Venuto sottolinea che l'opera è "invasiva dal punto di vista del paesaggio", ma porta anche dei benefici. "La progettazione di quest'opera risale a 10 anni fa, quando le esigenze dell'industria siciliana erano diverse - continua Venuto - Oggi il fabbisogno energetico siciliano si è ridotto di un terzo anche a causa della crisi, però, considerato che la Sicilia è tra le prime Regioni in termini di fonti rinnovabili, questo elettrodotto può far diventare competitivi i nostri impianti".

Ambientalisti lanciano petizione - Terna contro ritardi, ogni anno 600 mln di mancato risparmio

"Non ci sono rischi per la salute - sottolinea Venuto - l'elettrodotto rispecchia le attuali normative e anzi abbiamo avuto anche un beneficio per il fatto che sono stati dismessi vecchi elettrodotti degli anni '70". Tra l'altro lo stesso Comune di Saponara, su richiesta del consiglio comunale, fece un'ordinanza sospendendo i lavori per trenta giorni per fare una serie di verifiche sui vincoli urbanistici: "L'Arpa, la Asl e il nostro ufficio tecnico hanno effettuato accertamenti e per quanto riguarda l'urbanistica non sono emerse criticità, è quella prevista da progetto", osserva.

Intanto gli ambientalisti non si arrendono: il coordinamento Ambientale Tutela del Tirreno, che ha riunito più associazioni, ha lanciato una petizione online al premier Matteo Renzi e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella "per chiedere un'inversione di rotta contro gli elettrodotti aerei che violano l'articolo 9 della Costituzione in cui si parla di paesaggio".

"In una zona come quella della Valle del Mela, dichiarata ad elevato rischio ambientale, sarebbe stato più giusto prevedere un elettrodotto interrato o schermato - afferma il portavoce del coordinamento e presidente dell'associazione 'I Cittadini' Villafranca Tirrena Antonino La Rosa - Ora tocca a Terna risolvere il problema visto che noi da anni diciamo che quell'elettrodotto è illegittimo".

Terna, che attende di leggere le motivazioni del sequestro, è certa di aver agito "nel pieno rispetto della legge, realizzando il tracciato autorizzato dal ministero dello Sviluppo Economico". E punta il dito contro il ritardo nell'entrata in esercizio dell'opera "costato ogni anno a famiglie e imprese italiane oltre 600 mln di euro di mancato risparmio, per un totale, a tutto il 2014, di oltre 4 mld di euro".

A cui si aggiungono i 700 mln investiti da Terna per l'opera. Anche per questo la società è già al lavoro per trovare la soluzione più efficace per completarla. In questo contesto, non è escluso che l'ad di Terna, Matteo Del Fante, e l'ad di Terna Rete Italia, Gianni Armani nei prossimi giorni possano andare in Calabria per verificare la situazione sul posto e controllare l'andamento dei lavori.

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