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Eni, Saxo Bank: "Hold, migliorano le prospettive per il 2018"

25 febbraio 2016 | 19.20
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Mentre dagli Stati Uniti crescono i timori di qualche default petrolifero per il prossimo mese, il titolo Eni che sta aspettando la pubblicazione dei risultati di fine anno di venerdì, è promosso con Hold, nonostante abbia perso rispettivamente tra l’8% mensile e il 28% annuale, e il trend ribassista non mostri significativi segnali di frenata. Questa l'analisi di Saxo Bank sul cane a sei zampe.

''Ciò che spinge a mantenere l’azione in portafoglio non è tanto il target price, comunque mantenuto appena sotto i 15€ (+25,5%), quanto i dividendi. Il taglio annunciato per il 2015 (0,8€ contro i precedenti 1,12€), il primo tra le big petrolifere, non ha infatti indebolito il dividend yield (rapporto dividendo/prezzo) pari a 8,15%, livello confermato tra i massimi del settore e terzo tra le componenti dell’iShares STOXX Europe 600 Oil & Gas (EXH1:setr), ETF di riferimento di cui Eni rappresenta il 9,11%. Non mancano nemmeno le raccomandazioni in acquisto, aumentate rispetto allo scorso ottobre (11Buy - 13 Hold - 8 Sell)''.

''Gli EPS sono attesi venerdì a 0,28€, adeguati al ribasso nell’ultimo mese di più del 5%, insieme agli 84,4 mld di fatturato (-23% vs 2014) e ai 967,4 mln di utili (-74% vs 2014). Eni sta infatti cercando di salvaguardare i propri obbiettivi di crescita della produttività, mantenendo al minimo i tagli agli investimenti tecnici (già a -17% nel Q3), in un’ottica di lungo termine. Gli 8,6 mld investiti nei primi nove mesi dell’anno risultano coperti quasi completamente dagli 8,3 mld di flussi generati dall’attività operativa, e il rapporto debito/equity rimane inferiore a 1/3''.

''Intanto la produzione 2015 è cresciuta del 9%, e sono diversi i progetti in partenza. È di mercoledì infatti la notizia dell’approvazione del piano di sviluppo per 140 mld di metri cubi di gas in Mozambico (dei circa 450 totali). Si tratterebbe della prima fase di un progetto che prevede il completamento di sei pozzi sottomarini e l’istallazione del primo impianto Floating Lng in Africa, una nave per la liquefazione e lo stoccaggio del gas naturale, con una capacità di circa 3,4 mln di tonnellate annue (contro le 5,3 dell’impianto australiano di Shell).

Sebbene la notizia non abbia spostato il titolo, che ha chiuso con un -2,7%, dovrebbe supportare le prospettive di crescita di lungo periodo, che vedono infatti per il biennio 2017-2018 un ritorno ai livelli di redditività del 2012, con EPS attesi a 1,2€. Tra i più recenti progetti in avvio sono diversi quelli che cercano di spostarsi dal greggio: dai prospetti esplorativi in Egitto (Zohr per circa 850 mld di m3 di gas e il già avviato Nooros), a quelli in Congo, Venezuela (potenziale di 480 mld di m3 di gas) e Pakistan''.

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