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Enpam sia gestito da esperti, proposte da 10 Ordini dei medici

24 aprile 2014 | 17.39
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Enpam sia gestito da esperti, proposte da 10 Ordini dei medici

Milano, 24 apr. (Adnkronos Salute) - Cambiare verso nella gestione dell'Enpam, affidandone la responsabilità a personale esperto, e ridurre di quasi 4 volte il gettone di presenza previsto per i componenti del Consiglio nazionale della Fondazione. "Per mettere in sicurezza il nostro Ente di previdenza occorre una profonda riforma del Cda e del Consiglio nazionale", afferma il presidente dell'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Milano, Roberto Carlo Rossi, che ha inviato al presidente dell'Enpam, Alberto Olivetti, una proposta di emendamenti alla bozza di riforma dello statuto dell'Ente previdenziale e assistenziale in discussione, resasi "necessaria dopo i gravi danni determinati dagli investimenti in derivati ad alto rischio".

La proposta è stata messa dai presidenti di 10 Ordini dei medici: oltre all'Omceo milanese quelli di Ascoli Piceno, Bologna, Ferrara, Latina, Piacenza, Potenza, Salerno, Trapani e Verona. "Oltre alla revisione dei meccanismi elettorali con l'introduzione della preferenza unica - spiega l'Ordine meneghino - gli emendamenti puntano a conseguire una 'sensibile' diminuzione dei componenti del Consiglio nazionale della Fondazione Enpam, a cui andrebbe un gettone di presenza di 300 euro contro i 1.100 attuali. Il Consiglio nazionale, a sua volta, dovrebbe nominare un Consiglio di amministrazione composto da tre esperti in investimenti finanziari, immobiliari e attuariali, a cui affidare la responsabilità della gestione dei fondi pensionistici e assistenziali versati dagli associati, e da quattro medici, tra cui verrebbe scelto il presidente".

"Un Cda, insomma, molto più snello e competente di quello indicato nella bozza in discussione predisposta dalla Fondazione Enpam, che prevede il presidente, due vice più dieci consiglieri, con l'aggiunta di quattro esponenti espressi dai fondi derivanti dai contributi dei medici convenzionati, liberi professionisti e dipendenti".

"Gli investimenti in derivati tossici - afferma Rossi - secondo i pubblici ministeri romani, nel 2008, hanno procurato all'Enpam un danno di 250 milioni di euro. Sarà compito della magistratura valutare le eventuali responsabilità penali, ma è fuori di dubbio che il problema fosse a monte, ovvero nella governance che affidava decisioni su rilevanti scelte di investimento a persone che si sono rivelate quantomeno poco competenti. La bozza di riforma dell'Enpam prosegue in quell'errore ed espone il nostro futuro previdenziale a ulteriori, gravi rischi".

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