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Musica: Gragnaniello, canto l'amore e la rabbia ma rimpiango il duetto con Pino

26 maggio 2015 | 14.28
LETTURA: 6 minuti

Esce il nuovo album 'Misteriosamente' che contiene anche duetti con Raiz e Nino Bonocore. Il cantautore si scaglia contro i talent show: "Si prendono gioco dei ragazzi" (Guarda la videointervista)

Enzo Gragnaniello
Enzo Gragnaniello

Ci doveva essere anche un duetto con Pino Daniele sulle note del brano d'apertura 'Guardo il mare' nel nuovo album di Enzo Gragnaniello 'Misteriosamente', che esce su etichetta Nar International/Fujente Music (distribuzione Self), a quattro anni di distanza dal suo lavoro precedente, 'Radice'. Come sempre Gragnaniello riesce a creare un’atmosfera magica miscelando la sua intensa e graffiante voce con una musica che spazia dalle antiche origini napoletane a quelle africane, per arrivare ai più tipici suoni mediterranei con accenni di melodie più che suggestive. (GUARDA LA VIDEOINTERVISTA AD ENZO GRAGNANIELLO)

Dodici i brani contenuti nel disco firmati, prodotti e arrangiati dal cantautore (tre volte vincitore della "Targa Tenco") tra i quali non c'è purtroppo appunto il duetto con l'amico scomparso all'inizio di gennaio ("purtroppo Pino se n'è andato prima che riuscissimo a realizzare questa collaborazione") ma ci sono altre due collaborazioni importanti: 'Misteriosamente' - il brano che dà il titolo all’album, cantato in duetto con Raiz- e 'Quale futuro vuoi' - interpretato con Nino Buonocore. Dei duetti con gli altri due colleghi, Enzo spiega: "Niente è casuale. Quello con Raiz nasce perchè lui è un cantante molto viscerale, capace di evocare sentimenti primordiali. Lo potevo cantare anche io. Ma lui era l'elemento giusto per completarlo. E lo stesso è successo con Nino Bonocore. Non è che Nino si è trovato passare in studio. L'ho pensato quando è nato 'Quale futuro vuoi': in questo momento ci vuole Nino. E penso che di aver fatto una scelta giusta. Anche lui doveva completare una canzone e l'ha fatto perfettamente".

In questo disco c'è anche un richiamo ancestrale alla dignità di ogni essere umano. "Questo album è composto da racconti di amore, da vere e proprie canzoni di amore ma anche di rabbia, canzoni che puntano dritto al cuore e alle emozioni". E infatti, quando gli si chiede cos'è che gli fa più rabbia, Gragnaniello risponde: "In generale è l'ipocrisia che mi fa rabbia. Mi fa rabbia vedere che in questo mondo meraviglioso ci sono persone che per dignità muoiono sole e in miseria senza chiedere nulla".

Nella dodici tracce si va da “Guardo il Mare”, il duetto mancato con Pino Daniele che racconta una realtà dove i valori sono stati persi o forse solo dimenticati, a “Misteriosamente” che è appunto un canto alla passione, all’intensità, ma anche e soprattutto all’amore e alla verità nei sentimenti, dove le voci di Enzo e Raiz esprimono tonalità diverse di una stessa cultura. Poi c'è “L’erba cattiva”, che è la riproposizione della canzone già presente nell’omonimo album del 2007. Mentre “E continuo” è un canto all’amore; “Quale futuro vuoi”, cantata con Nino Buonocore, è un invito a rafforzarsi, a guardare avanti ma anche alle proprie radici; “Na bella vita” è la canzone che Enzo scrisse per gli Almamegretta di Raiz (contenuta nel loro album “Controra”), qui in una nuova versione riarrangiata da Gragnaniello; “Solo di te” parla di quando la passione si fa eccessiva e allontana; “Ammore Pezzente” è un altro canto all’amore sofferto; “Senza più Maria”, dove Maria non è una donna ma la parte saggia di noi; “Cumanna ‘o sole”, un inno ai valori della libertà; “Chisà si è overo”, il bilancio di un rapporto d’amore in cui si ammettono anche i propri sbagli e le proprie mancanze.

Un discorso a parte merita “Il viaggio di un amico”: Gragnaniello all'inizio ne parla come "una dedica a chi non c'è più" ma poi ammette che è il suo "canto per Pino Daniele". Il brano in realtà è strumentale ma si accompagna alla voce di Enzo, in un canto che si trasforma in una sorta di preghiera primordiale.

“Non è un disco basato sui virtuosismi strumentali o vocali -ci tiene a sottolineare Enzo- bensì un album fatto di canzoni dirette che non vogliono passare per gli ‘uffici della razionalità’ ma parlare direttamente allo spirito, con la parte essenziale delle persone che è il cuore e la sensibilità. I testi parlano di passione, di amore, di disagio interiore ma anche della voglia di vivere che ti porta alla riflessione e a riscoprire tutti i valori che abbiamo e che non riusciamo più a ricordare e/o a vedere"

Nel disco hanno suonato gli amici del cantautore, alcuni dei più accreditati musicisti italiani: Franco Del Prete, Daniele Sepe, Piero Gallo, Erasmo Petringa, Aniello Misto, Gennaro Porcelli, Ciccio Merolla e Riccardo Veno.

Se gli si chiede cosa pensi dei talent show, Gragnaniello non nasconde di pensarne tutto il male possibile: "Poveri ragazzi. Sai come li vedo? Come portati nel paese dei balocchi. Che nella notte gli crescono le orecchie d'asino. I veri talenti non ci vanno. Come entrano lì dentro gli fanno firmare carte che li imprigionano. Stanno inquinando il modo di vedere le cose di chi pensa di intraprendere questa carriera".

Della scena musicale napoletana delle ultime generazioni dice: "Ci sono molti rapper in questo momento. Io vengo dalla scuola della passione, di chi c'ha il canto dentro. Oggi non vedo grandi eredi della tradizione napoletana, perchè questi giovani sono cresciuti con altre sonorità. Si può fare il rap napoletano, si può fare l'hip hop napoletano, ma la forza di Napoli è sempre stato il sentimento l'amore, non cantare i guai, forse proprio perchè ne siamo pieni. Ci servono i passionali. Napoli è passione, è una città magica. I problemi li conosciamo bene e li vediamo ogni giorno nei tg. E infatti i napoletani che fanno rap hanno successo fuori, non a Napoli. E se proprio vogliono ascoltare pop, i napoletani sentono i neomelodici di facile ascolto", conclude.

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