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Sanità: epidemia morbillo in Usa e vaccini, la battaglia di Roald Dahl

04 febbraio 2015 | 15.12
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L'autore di 'La fabbrica di cioccolato' perse la figlia Olivia a causa di una complicanza della malattia e si battè per le vaccinazioni. Ecco la sua commovente lettera

Sanità: epidemia morbillo in Usa e vaccini, la battaglia di Roald Dahl

Continuano ad aumentare i casi di morbillo negli Stati Uniti: solo nel mese di gennaio i Centers for Disease Control and Prevention americani segnalano 102 persone colpite in ben 14 Stati, con la stragrande maggioranza dei pazienti collegata al focolaio che ha avuto origine nei parchi Disney, in California. Ebbene, nel dibattito in corso sul pericoloso calo delle vaccinazioni in Usa legato alle campagne anti-vaccini, il 'Washington Post' dà spazio alla voce di Roald Dahl, il celebre scrittore britannico autore - fra gli altri - di 'La fabbrica di cioccolato' e 'Matilda'. Dahl aveva perso sua figlia Olivia nel 1962 per encefalite da morbillo, una pericolosissima complicanza della malattia.

Nel 1988, circa sette anni prima della sua morte, Dahl scrisse un toccante appello rivolto alla Sandwell Health Authority in Gran Bretagna, sollecitando i genitori a vaccinare i loro bambini. Nel testo Dahl rievoca la sua esperienza, in uno scritto riscoperto e riproposto in questi giorni proprio a causa dell'epidemia di morbillo in California.

Dahl raccontava così la sua vicenda: "Olivia, la mia figlia maggiore, ha preso il morbillo quando aveva sette anni. Via via che la malattia seguiva il suo corso abituale, ricordo che leggevo spesso per lei a letto e non mi sentivo particolarmente allarmato al riguardo. Poi una mattina, quando ormai era sulla buona strada per la guarigione, ero seduto sul suo letto e le stavo mostrando come fare degli animali con dei nettapipe colorati. Quando ha provato a farne uno lei, mi sono reso conto che le sue dita e la sua mente non si coordinavano, e lei non poteva farci nulla. 'Ti senti bene?' le chiesi. 'Mi sento tutta assonnata', mi ha detto. Tempo un'ora era incosciente. In dodici ore era morta".

"Il morbillo - prosegue lo scrittore - si era trasformato in una cosa terribile chiamata encefalite da morbillo, e non c'era niente che i medici potessero fare per salvarla. Questo è accaduto 24 anni fa, nel 1962, ma anche adesso, se una bambina con il morbillo sviluppa la stessa reazione mortale da morbillo, come ha fatto Olivia, non ci sarebbe nulla che i medici potrebbero fare per aiutarla".

"D'altra parte, oggi vi è una cosa che i genitori possono fare per fare in modo che questo tipo di tragedia non accada ai loro figli. Possono chiedere che il loro bambino sia vaccinato contro il morbillo. Non ho potuto farlo per Olivia nel 1962, perché allora non era stato scoperto un vaccino affidabile contro il morbillo. Oggi un vaccino buono e sicuro è a disposizione di ogni famiglia, e tutto quello che dovete fare è chiedere al vostro medico di somministrarglielo".

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