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Nel bresciano

Epidemia polmonite, "legionella indiziato n.1"

10 settembre 2018 | 14.51
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Foto di repertorio (Fotogramma)
Foto di repertorio (Fotogramma)

I casi di polmonite registrati nella Bassa Bresciana Orientale, con 138 accessi nei pronto soccorso, "hanno un indiziato numero uno ed è il batterio della legionella, anche se ci vorrà ancora un po' di tempo per aver elementi certo. E' come fare un'indagine poliziesca incastrando tutti i pezzi di un mosaico di indizi: analisi sui campioni di acqua, controlli e interviste sui soggetti malati e verifica di ciò che hanno in comune. E' possibile che anche altri episodi del passato siano riconducibili alla legionella ma non si è mai trovato il nesso". Così all'Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo all'università degli Studi di Milano.

"Il batterio della legionella si concentra nell'acqua calda dello scaldabagno: se non si usa da tempo è meglio farla scorrere - aggiunge Pregliasco - E' presente anche nell'acqua fredda in natura, ma in concentrazioni meno pericolose. In genere questo batterio ci infastidiva a livello ospedaliero, in passato si sono registrati casi di polmonite dovuti a contagi in corsia. Va ribadito che la legionella può provocare una banale febbre che si risolve in pochi giorni, nei soggetti più anziani e fragili può invece essere più pericolosa. I 138 casi fino ad oggi segnalati ci spaventano ma non ci devono allarmare, il clamore mediatico c'è forse perché la polmonite è associata all'inverno e non all'estate".

La legionellosi è causata nel 90% dei casi dal batterio Legionella, del quale sono state identificate più di 50 specie diverse suddivise in 71 sierotipi. Le legionelle - riporta l'Istituto superiore di sanità (Iss) sul sito Epicentro.it - sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi. Da questi ambienti raggiungono quelli artificiali, come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine, che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana.

La legionellosi viene normalmente acquisita per via respiratoria mediante inalazione, aspirazione o microaspirazione di aerosol contenente Legionella, oppure di particelle derivate per essiccamento. Ma come ci può difendere da questo nemico invisibile? "La prima cosa è una buona manutenzione degli impianti idraulici e anche dei soffioni della doccia o del bagno. Se non si usano quotidianamente è bene pulirli e far scorrere l'acqua all'inizio prima di mettersi sotto la doccia - avverte Pregliasco - Così anche per l'idromassaggio, mentre quando si usano le pompe per irrigare e si genera una vaporizzazione, è meglio evitare di stare nei pressi della pompa: è in quel vapore che si nasconde la legionella".

Il tasso di mortalità correlata all’infezione da Legionella - evidenzia l'Iss - dipende da alcuni fattori specifici (come la gravità della malattia, l’appropriatezza del trattamento antibiotico iniziale, il luogo in cui è stata contratta l’infezione, le condizioni pregresse del paziente) e può variare dal 40-80% nei pazienti immunodepressi non trattati, al 5-30% in caso di un appropriato trattamento della patologia. Complessivamente la letalità della legionellosi si aggira tra il 5% e il 10%.

"È assordante il silenzio della ministra della Salute Giulia Grillo di fronte ai morti e a quasi 150 casi di polmonite batterica nell'area della Bassa Bresciana" dichiarano i deputati Elena Carnevali, dell'ufficio di presidenza del gruppo parlamentare del Partito Democratico, e Alfredo Bazoli, che hanno presentato sul tema un'interrogazione alla ministra della salute. "Dobbiamo sapere quali sono le iniziative messe in campo dal ministero - spiega Bazoli - per scongiurare il dilagare dell'epidemia. La procura ha aperto un'inchiesta per il reato di epidemia colposa per cercare di fare luce sulle responsabilità, ma dal ministero non ci sono segnali di interessamento". "In questo momento a portare avanti le indagini e raccogliere i dati relativi ai contagi sono i carabinieri del Nas, gli stessi - sottolinea Carnevali - che a causa della proroga dell'autocertificazione vaccinale sono caricati anche dell'incombenza delle verifiche". "Ora non si sa se sia per imbarazzo o per indifferenza, ma è grave che - concludono - di fronte a una simile emergenza la ministra non abbia trovato il tempo di dire una parola".

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