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'Eravamo un paese per giovani', il Risorgimento dei ragazzi spiegato ai nativi digitali

24 maggio 2016 | 13.47
LETTURA: 4 minuti

'Eravamo un paese per giovani - Un selfie per il Risorgimento italiano' di Velia Iacovino e Marcello Giannotti (Intermedia Edizioni)
'Eravamo un paese per giovani - Un selfie per il Risorgimento italiano' di Velia Iacovino e Marcello Giannotti (Intermedia Edizioni)

Il Risorgimento? Una storia di ragazzi e ragazze, poco più che adolescenti, pronti a sacrificarsi per un ideale con la forza e la passione che solo 'l'età ribelle' può regalare. Sarà presentato domani alle 17, presso la Società Dante Alighieri di Piazza Firenze a Roma, 'Eravamo un paese per giovani - Un selfie per il Risorgimento italiano' (Intermedia Edizio ni),libro scritto a quattro mani da Velia Iacovino, direttore editoriale di Futuro Quotidiano, e Marcello Giannotti, responsabile dei contenuti entertainment di MN Italia, con l'obiettivo dichiarato "di far scoprire e riscoprire ai nativi digitali di oggi il coraggio e l'orgoglio della loro età".

Dieci sono le storie - rigorosamente fedeli alle fonti - raccontate in quello che è in tutto e per tutto un manuale del Risorgimento, corredato da un'ampia cronologia degli eventi, ma scritto con "toni, parole e emozioni della nostra epoca", nato per narrare ai ragazzi di oggi gesta e eroismi di quelli di ieri: si va da Michele Morelli alle tre giardiniere di Milano passando per Ciro Menotti, la donna del tricolore Rosa Testi Rangoni, don Enrico Tazzoli, Andrea Aguyar, l'eroe 12enne Righetto, la principessa Cristina Trivulzio Barbiano di Belgiojoso, fino ad arrivare alla 'scandalosa' Enrichetta di Lorenzo, alla giornalista inglese Jessie White. Narratore d'eccezione e filo conduttore delle storie è Alexandre Dumas padre, non solo autore di immensi capolavori come 'Il Conte di Montecristo', ma anche grande estimatore di Garibaldi, testimone oculare della Battaglia di Calatafimi, fondatore e direttore del giornale garibaldino L'Indipendente.

"Siamo abituati a pensare alla storia del Risorgimento come a una vicenda che ha riguardato persone adulte e consapevoli, che avevano già un preciso obiettivo di vita", spiegano gli autori Iacovino e Giannotti. "Questo è vero ma fino a un certo punto. I protagonisti principali, Mazzini, Cavour e Garibaldi, i grandi eroi che incarnano nella memoria collettiva italiana quel periodo storico, appartengono a questa categoria. Ma il motore trainante, che per 50 anni, dal 1820 al 1870, ha acceso la scintilla della speranza, della ribellione, del sogno di un'Italia migliore e unita, basata sui diritti fondamentali dell'uomo, era prevalentemente giovanile".

"Scorrendo la storia del Risorgimento - continuano gli autori - si incontrano ragazze e ragazzi a volte poco più che adolescenti che, spinti da una passione che solo quell'età è capace di regalare e infondere, sono pronti a dedicare la propria vita e a sacrificarsi fino in fondo per un ideale. Uno spirito ribelle che attraversa gli anni e arriva fino a noi".

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