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Turchia, Erdogan: "Forse altri Paesi coinvolti nel golpe"

20 luglio 2016 | 21.02
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Recep Tayyip Erdogan (Afp)AFP
Recep Tayyip Erdogan (Afp)AFP

"Mio cognato mi ha informato all'inizio del tentativo di golpe, ma non ho preso subito sul serio la notizia. Poi sono arrivate le conferme dell'intelligence". Lo ha raccontato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in un'intervista alla tv satellitare al-Jazeera. "Quindi sono state prese misure per lasciare in modo sicuro l'hotel (di Marmara, ndr) per andare a Istanbul, dove ovviamente abbiamo incontrato alcune difficoltà", ha aggiunto Erdogan, spiegando che le difficoltà sono state superate "rapidamente".

GOLPE - Il tentativo di golpe, ha poi spiegato, è stato messo in atto da una "minoranza" all'interno delle Forze armate turche. Erdogan ha quindi aggiunto che "l'organizzazione terroristica (la rete legata al predicatore Fethullah Gulen, ndr) voleva che una minoranza controllasse la maggioranza".

"Potrebbero esserci altri paesi coinvolti nel tentativo di golpe" di venerdì scorso e "questa non è la fine dei tentativi di golpe, possono esserci altri piani".

La fase successiva al tentativo di golpe in Turchia sarà gestita "rimanendo nell'ambito di un sistema democratico parlamentare. Agiremo nel quadro del diritto", ha poi assicurato il presidente.

DIRITTI UMANI - "Nessuno può darci lezioni" in tema di diritti umani, ha affermato il presidente turco. Rispondendo a una domanda sulle critiche rivoltegli da alcuni paesi occidentali tra i quali la Francia, Erdogan ha ricordato le misure straordinarie adottate da Parigi dopo gli attentati terroristici subiti dal paese, tra cui gli arresti e la proclamazione dello stato d'emergenza.

"Un tentativo di golpe è un reato o no? - ha affermato - Lo è. E' un crimine contro lo Stato turco e lo Stato ha il dovere di trovare i colpevoli e consegnarli ai giudici che, in uno stato di diritto, li giudicano nel rispetto della legge".

"Il popolo turco ha chiesto la pena capitale (per i golpisti, ndr), se il parlamento la voterà, io la approverò", ha spiegato, ricordando che la pena capitale "c'è negli Usa, in Russia, in Cina". "Se l'Ue rispetta la democrazia - ha aggiunto - allora accetterà la decisione del popolo".

GULEN -Turchia e Usa "sono paesi partner ed è importante che la loro collaborazione continui" a prescindere dagli attriti prodotti dalla richiesta di estradizione di Fethullah Gulen, il predicatore accusato di essere la mente del fallito golpe del 15 luglio. E sarebbe "un grave errore se gli Usa decidessero di non concedere l'estradizione di Gulen", ha precisato Erdogan.

I rapporti tra paesi non devono basarsi su "valutazioni emotive", ha detto ancora. "Daremo agli Usa tutti i documenti (sulle responsabilità di Gulen, ndr) e aspetteremo la loro decisione".

"La Nato ha chiarito che è al nostro fianco", ha poi affermato il presidente. "Anche il presidente degli Usa - ha aggiunto - mi ha dimostrato il suo sostegno durante una telefonata".

JET RUSSO - "Non è ancora non chiaro se il jet russo (abbattuto lo scorso anno sul confine con la Siria, ndr) sia stato abbattuto da sostenitori di Fethullah Gulen. Per ora non abbiamo prove chiare" a carico dei piloti turchi che hanno abbattuto il jet, ha detto Erdogan, affermando che "saranno i magistrati a valutare". Erdogan ha comunque affermato che non ci sono dubbi sul fatto che il jet abbia violato più volte lo spazio aereo turco.

FRANCIA - Erdogan ha invitato il ministro francese degli Esteri, Jean-Marc Ayrault, a "badare ai propri affari", riferendosi alle critiche arrivate da Parigi sulla gestione della fase successiva al tentativo di golpe del 15 luglio. "Ha forse l'autorità di rilasciare queste dichiarazioni sulla mia persona? - si è chiesto Erdogan - No, non ce l'ha. Se vuole avere una lezione di democrazia, può ottenerla facilmente da noi". Ayrault aveva affermato che il golpe non è un "assegno in bianco" che permette a Erdogan di zittire le voci critiche.

MEDIA - "Non sono mai stato contro i media, ma la libertà di espressione non dovrebbe essere usata come un'arma", ha poi affermato il presidente turco, sostenendo tuttavia che alcuni media "hanno insultato anche me e la mia famiglia"

L'INTERRUZIONE - L'intervista al presidente Erdogan è stata interrotta bruscamente pochi minuti dopo il suo inizio. Non sono chiari i motivi. Il conduttore nello studio di al-Jazeera ha affermato che il presidente "è stato chiamato" da qualcuno per "questioni di emergenza", ma l'intervista è poi ripresa.

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