La Libia ha bisogno di armi dagli altri Paesi e non di truppe straniere di terra nel proprio territorio. Lo ha dichiarato il portavoce delle forze armate libiche, Ahmed al-Mosmari, secondo il quale nei raid sono stati uccisi almeno 60 miliziani.
La Libia ha bisogno ''di armi dagli altri Paesi'' per combattere i jihadisti dello Stato Islamico (Is) e non di truppe straniere di terra nel proprio territorio. Lo ha dichiarato il portavoce delle forze armate libiche, Ahmed al-Mosmari, in un'intervista al sito di al-Ahram. ''Sono almeno 60 i miliziani uccisi nei raid aerei condotti in Libia dalle prime ore di lunedì, tra loro anche 12 combattenti stranieri'', ha spiegato al-Mosmari.
In merito a operazioni di terra in Libia da parte di eserciti stranieri, al-Mosmari ha però detto che ''adesso questo è un compito delle forze armate libiche. Quello di cui abbiamo bisogno è il sostegno da parte degli altri Paesi, armi comprese''.
Secondo il portavoce dell'esercito libico, attualmente sono sul tavolo tutte le opzioni per combattere la minaccia dello Stato Islamico (Is) nel Paese.