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Esperta diritto Usa: "Trump vuole instillare sospetto su processo democratico"

25 settembre 2020 | 14.46
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Docente diritto John Cabot University all'Adnkronos: "Bugiardo patologico, ma gli credo se dice che non riconoscerà risultati elettorali a lui avversi"

 (Foto Afp)
(Foto Afp)

"Per quanto sia un bugiardo patologico, io credo a Trump quando dice che non riconoscerà gli esiti elettorali avversi ai suoi interessi". Così Pamela Harris, docente di Diritto della John Cabot University a Roma, commenta con l'Adnkronos le recenti affermazioni di Donald Trump riguardo alla possibilità che non riconosca il risultato delle elezioni in caso di vittoria di Joe Biden, ventilando la possibilità di brogli. Affermazioni con cui mira a "corrodere la fiducia nella democrazia".

"Ha sempre fatto affermazioni di questo genere - prosegue la professoressa americana - Il suo scopo nel diffondere tali affermazioni adesso non è soltanto quello di dichiarare le sue intenzioni, ma anche di instillare il più possibile ill sospetto sui processi della democrazia statunitense. Per quanto prevedibili, sono affermazioni assolutamente agghiaccianti".

"Non è mai successa una cosa del genere nella storia statunitense, e fino a poco tempo lo si sarebbe ritenuto oltre dei limiti del possibile - aggiunge - Ora, più Trump lo dice e più diventa concepibile, corrodendo la fiducia nella democrazia, che è il suo scopo principale".

Per quanto riguarda le prossime elezioni presidenziali Harris, che è Associate Dean of Academics dell'ateneo americano a Roma, afferma di "temere fortemente che stiamo andando verso elezioni contestate", facendo riferimento a stati dove si prospetta un "too close to call", il contesto di "voter suppression", cioè pratiche tese ad ostacolare il voto di minoranze, studenti, expatriat, solitamente democratico, le questioni ed i problemi del voto per posta.

Se si pensa poi che in alcuni stati vi sono governatori democratici ed Assemblea legislativa repubblicana, "si può immaginare che si possano avere due esiti ufficiali contrastanti". In questo scenario si inserisce la vicenda della Corte Suprema e della nomina del nuovo, anzi della nuova giudice visto che Trump ha già anticipato che nominerà una donna per sostittuire la scomparsa Ruth Bader Ginsburg.

"E’ comprensibile e assolutamente legittimo che i Repubblicani vogliano confermare un nono giudice della Corte Suprema - prosegue Harris - Certo, la possibilità che sarà la Corte stessa a decidere le elezioni presidenziali, come nel 2000, o la possibilità che perderanno controllo del Senato e l’Esecutivo, li spinge a stringere i tempi". Senza farsi troppi scrupoli ad assumere una posizione diametralmente opposta a quella con cui nel 2016 bloccarono la nomina di Barack Obama affermando che bisognava aspettare il voto.

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