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Esplosioni a fermate autobus Gerusalemme, almeno un morto

23 novembre 2022 | 08.30
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I feriti sono 18

(Foto Afp)
(Foto Afp)

Due esplosioni presso due fermate dell'autobus all'ingresso di Gerusalemme hanno causato questa mattina la morte di una persona ed il ferimento di altre 18. Lo riferiscono la polizia e le squadre di soccorso giunte sul posto. Le forze di sicurezza hanno definito le due esplosioni attentati terroristici. Lo riporta il Times of Israel.

La prima deflagrazione è avvenuta vicino all'ingresso occidentale di Givat Shaul poco dopo le 7. Undici persone che si trovavano alla fermata sono rimaste ferite, alcune delle quali in modo grave. Uno dei feriti è successivamente deceduto in ospedale. La seconda esplosione è avvenuta dopo le 7.30 all'ingresso di Ramot. Tre persone sono rimaste leggermente ferite. A causare le due deflagrazioni sarebbero stati due ordigni lasciati all'interno di borse.

La polizia israeliana sospetta che le due esplosioni siano state causate da ordigni esplosivi quasi identici lasciati in dei sacchi e fatti esplodere a distanza. I dispositivi erano pieni di chiodi per massimizzare le vittime, riferisce l'emittente pubblica Kan, citando funzionari di polizia.

Il sindaco di Gerusalemme Moshe Lion, commentando la notizia degli attentati, ha affermato che "non permetteremo che essi interrompano il nostro modo di vivere. E' necessario investire miliardi di shekel", ha aggiunto, per migliorare le condizioni dei residenti di Gerusalemme Est, oltre a combattere il terrorismo.

Hamas e Jihad islamica, due tra i principali movimenti islamisti palestinesi, hanno elogiato gli attentati. "I prossimi giorni saranno intensi e più difficili per il nemico. È arrivato il momento per la creazione di cellule sparse in tutta la Palestina e pronte al confronto", ha dichiarato uno dei portavoce di Hamas, Mohammad Hamada, citato dai media israeliani. "L'azione ha trasmesso all'occupazione il messaggio che il nostro popolo rimarrà saldo sulla propria terra e si aggrapperà al sentiero della resistenza", ha aggiunto.

Per la Jihad islamica, "l'operazione nella città occupata di Gerusalemme è una risposta naturale all'occupazione, al terrorismo e alle sue pratiche criminali contro il popolo palestinese indifeso ed i suoi luoghi sacri". Il portavoce dell'organizzazione, Tarek Ez Din, ha sottolineato in una nota che "non rimarrà impunita nessuna operazione di giudaizzazione, incursione nei luoghi sacri o aggressione ai figli e alle figlie del nostro popolo a Gerusalemme, Hebron, Jenin e Nablus".

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