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Terrorismo: espulso imam del vicentino, vietò a bambini ascolto musica

01 ottobre 2015 | 18.33
LETTURA: 3 minuti

(Xinhua) - INFOPHOTO
(Xinhua) - INFOPHOTO

Espulso l'algerino di 36 anni, imam in un comune del Vicentino, che vietò ai bambini di fede islamica di ascoltare la musica a scuola. Il provvedimento, emesso dal ministero dell'Interno per “motivi di ordine pubblico”, è stato eseguito ieri sera dalla Polizia di Stato.

L’episodio da cui ha avuto origine l'espulsione è accaduto il 21 gennaio 2015, in una scuola elementare della provincia, quando, nel corso di una lezione scolastica di educazione musicale, alcuni alunni della classe quinta, bambini di 10 anni tutti di origine magrebina e di fede islamica, si tapparono le orecchie per non sentire la musica.

Le motivazioni addotte dagli stessi alunni richiamavano gli insegnamenti ricevuti dall’imam del centro islamico da loro frequentato, il quale, nelle lezioni coraniche che comunemente presiedeva, aveva predicato che ascoltare musica e utilizzare strumenti musicali costituisce peccato.

Dopo l’accaduto, la Digos della Questura di Vicenza, diretta dal Vice Questore Aggiunto Nevio Di Vincenza, ha avviato serrate e riservate indagini sul conto dell'imam che hanno comprovato la veridicità dell’accaduto. Dalle indagini è altresì emerso che l’algerino "aveva ormai da tempo abbracciato l’ideologia islamica salafita e che in qualità di imam del centro islamico costituiva un carismatico punto di riferimento per la comunità, dimostrandosi particolarmente attivo nell’indottrinamento dei fedeli su posizioni marcatamente radicali".

Dalle indagini sono emerse inoltre "incisive ed autorevoli forme di convincimento nei confronti di minori di fede islamica", che venivano indotti "ad assumere comportamenti palesemente ostili alla cultura occidentale e a manifestare il desiderio di poter compiere in futuro finanche gesti eclatanti, anche violenti e con l’uso delle armi una volta diventati adulti".

Secondo gli investigatori, l'algerino manteneva strette relazioni "con esponenti del mondo islamico di orientamento marcatamente radicale e dediti alla promozione di principi originari dell’Islam e alla diffusione dell’ideologia salafita (verosimilmente anche all’insaputa del resto delle comunità)".

L'imam, inoltre, "non intratteneva rapporti con cittadini italiani, se non con quelli convertiti all’Islam, rifuggendo qualsiasi forma di integrazione con la società italiana. Nonostante, quindi, l’interessato si trovasse in Italia dal 2002 (titolare di permesso di soggiorno di lungo periodo rilasciato dalla Questura di Udine dove aveva svolto le funzioni di imam presso quella comunità islamica, si era poi trasferito nel vicentino dalla fine del 2013), non risultava inserito nel contesto sociale di riferimento".

Il quadro complessivo raccolto dalla Digis di Vicenza ha comportato l’emissione del provvedimento di espulsione da parte del Ministero dell'Interno, "ritenendo lo straniero una minaccia per la sicurezza dello Stato".

L’espulsione è stata di fatto eseguita mediante respingimento alla frontiera marittima di Civitavecchia da parte della Polizia di Frontiera. Infatti, l’algerino, per il periodo estivo (e prima dell’emissione del provvedimento), era tornato in patria per un breve soggiorno e ieri pomeriggio è stato fermato al rientro in Italia, dopo il viaggio in nave da Tunisi. L'uomo, al quale è stata notificata l’espulsione ai controlli di frontiera, è quindi stato respinto nel Paese di provenienza mediante reimbarco su motonave diretta a Tunisi, partita da Civitavecchia in serata. Per dieci anni non potrà rientrare in Italia, pena la reclusione da uno a quattro anni.

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