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Super-euro stende il dollaro

03 settembre 2017 | 14.03
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L'euro si avvia a toccare nuovi massimi nei confronti del dollaro. Almeno fino alle riunioni della Bce e della Fed in cui si annunceranno le prossime mosse di politica monetaria delle due banche centrali. Patrice Gautry, capo economista di Ubp, Union Bancaire Privée, spiega che durante il meeting dei governatori delle banche centrali a Jackson Hole, negli Stati Uniti, della scorsa settimana non sono state date indicazioni specifiche di politica monetaria e "dovremmo quindi aspettare le prossime riunioni della Bce e della Fed per ottenere maggiori dettagli sulle rispettive strategie future".

Nell'attesa mercati e valute "rimarranno dipendenti dai dati" e l’euro "potrebbe tornare a toccare nuovi massimi contro il dollaro, in quanto il dibattito sul tetto del debito pubblico statunitense appare piuttosto confuso".

Al simposio di Jackson Hole la presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, e il presidente della Banca Centrale europea, Mario Draghi, hanno assunto "un tono più politico", parlando di regolazioni e apertura delle economie, piuttosto che di politica monetaria. In particolare Draghi ha parlato delle economie aperte, della cooperazione internazionale e di una regolazione attiva in ambito finanziario. Un tema "molto politico in un momento in cui in molti Paesi si parla di protezionismo", nota Gautry.

Anche le osservazioni della Yellen non hanno riguardato le preoccupazioni sull’inflazione statunitense, sui tassi d’interesse e sul bilancio della Fed, "preferendo focalizzarsi sulla regolazione". Yellen si è "schierata in difesa delle regole introdotte dopo la crisi finanziaria, mostrandosi pronta solo ad apportare possibili aggiustamenti del sistema regolatorio per banche e società di credito di piccole dimensioni, ma non per i market dealer". Inoltre si è opposta a quanto la Casa Bianca e i repubblicani vorrebbero come riforme, "fissando così dei limiti per un suo potenziale secondo mandato alla Fed".

Per Yann Quelenn, analista di Swissquote, dopo essere ritornata ai massimi degli ultimi due anni e mezzo a seguito dei commenti di Draghi a Jackson Hole, "abbiamo fondate ragioni per ritenere che la moneta unica continuerà a segnare nuovi record di qui ai prossimi giorni, ovvero fino al 7 settembre, data in cui si riunirà nuovamente la Banca Centrale Europea".

Con l’euro "schizzato all’insù dopo che il presidente dell'Eurotower ha detto di essere fiducioso circa le possibilità di una ripresa economica globale che considera in via di miglioramento", nonostante ci sia ancora molta strada da fare in Europa e Giappone rispetto agli Stati Uniti, "a niente sono valsi gli altri tentativi di Draghi di ridimensionare la portata delle sue parole e della moneta unica", sottolinea l'analista di Swissquote. I mercati "hanno fermato gli acquisti sull’euro solo dopo che è stata menzionata la necessità tuttora di una politica monetaria accomodante".

Secondo Quelenn, gli investitori "stanno riponendo attese eccessive nella riunione in programma la prossima settimana tant’è che crediamo che il rischio di una delusione sia alto: non solo, infatti, il target di inflazione è ben lontano dall’essere raggiunto, ma, oltre a ciò, il tema della scarsità dei bond eligibili per l’acquisto presenti sul mercato sta rendendo ancora più difficile per la Bce riuscire a mantenere la propria politica monetaria accomodante per lungo tempo".

Ad un certo punto, "potrebbe persino essere messa in gioco addirittura la fiducia del mercato nelle capacità di intervento della banca centrale", conclude.

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