Borse europee in sostanziale parità in attesa di novità dalle trattative sull’asse Washington-Pechino. La sottoperformance registrata da Piazza Affari, dove il Ftse Mib ha terminato con un -0,47% portandosi a 20.209,72 punti, è legata ai crolli registrati dai titoli Juventus e da Prysmian.
La prima, che ha terminato con un -11,11%, ha pagato pegno alla sconfitta nella partita di ieri in casa dei “Colchoneros” dell’Atletico Madrid. Secondo le stime degli analisti, lo stop in Champions potrebbe costare 40 milioni di euro. Giornata da dimenticare anche per Prysmian (-9,48%) che ha annunciato nuovi problemi per WesternLink, il collegamento in cavo sottomarino tra Scozia e Galles.
Con lo spread in calo del 2% a 270 punti, il comparto bancario ha pagato pegno ai recenti guadagni: UniCredit ha terminato con un -2,76%, Intesa Sanpaolo è scesa dello 0,8% e Banco BPM ha lasciato sul parterre il 2,35%. Dalla pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della Banca Centrale europea segnala l'ufficio studi di Money.it è emerso come l’istituto si stia preparando, a causa di un contesto in deterioramento e della scadenza dei precedenti round di finanziamenti, a concedere nuovi prestiti agevolati al comparto bancario.
Due velocità per Telecom Italia (-1,6%), nel giorno in cui il Cda della società è stato chiamato ad approvare conti e piano industriale, e Tenaris (+1,67%) che, nonostante un outlook valutato cauto, ha capitalizzato la crescita a due cifre messa a segno da fatturato e utile nel quarto trimestre. Bene anche Atlantia (+1,57%) in scia dei conti di Albertis.
Giornata particolarmente ricca di indicazioni macro: in evidenza gli indici preliminari sul sentiment dei direttori degli acquisti (PMI) europei: nel caso del manifatturiero, il dato è sceso sotto quota 50 (che separa espansione e recessione dell’attività economica) a 49,2 punti mentre in quello del terziario il PMI ha battuto le stime salendo a 52,3 punti. Indicazioni contrastanti anche per i corrispondenti dati a stelle e strisce (53,7 punti per il manifatturiero, 56,2 per i servizi). Sempre per quanto riguarda la prima economia, peggio del previsto i numeri relativi beni durevoli, scesi a gennaio dell’1,2% mensile, e vendite di case esistenti, a 4,94 milioni.
In positivo prima dell’aggiornamento relativo le scorte statunitensi, salite nell’ultima settimana di 3,7 milioni di barili, il petrolio Wti quota 57,05 dollari, -0,23%. Parità a 67,09 dollari per il benchmark globale, il Brent. Stabile a 1,133 il cambio eurodollaro. (in collaborazione con Money.it)