Piazze finanziarie europee contrastate in chiusura di giornata, mentre si attende la riunione della Bce di domani, in programma a La Valletta a Malta, con possibili nuove indicazioni di politica monetaria da parte del presidente Mario Draghi. Gli operatori nelle ultime ore "sembrano aver ridimensionato le attese per un’estensione imminente del piano di Quantitative Easing di Draghi".
Gli analisti di Ig evidenziano che "i commenti arrivati da alcuni esponenti e i report rilasciati dall’Istituto di Francoforte sembrano confermare che per ora la politica monetaria sta portando i primi frutti, pertanto sarebbe prematuro parlare di nuove manovre. Crediamo che, per ora, all’interno del board di Draghi prevarrà l’attesa".
Nel vecchio Continente Francoforte chiude in rialzo dello 0,89%, Madrid registra un progresso dello 0,56%, Amsterdam +0,56%, Parigi +0,46%, Londra piatta. In calo Bruxelles che perde lo 0,2%, Zurigo -0,55% e Lisbona -1,24%. A Milano, mentre sul mercato obbligazionario lo spread tra Btp e Bund tedeschi si attesta a 103 punti base con un rendimenti dell'1,61%, il Ftse Mib cede lo 0,44% a 22.172 punti, mentre l'All Share perde lo 0,42%.
Ma la giornata è inevitabilmente dominata dal debutto della rossa di Maranello a Wall Street. Ferrari, il cui collocamento è stato fissato a 52 dollari per azione, impiega 15 minuti prima di iniziare a fare prezzo. E vola a 60 dollari. Attualmente (alle 18.15) viaggia in rialzo del 9,33% a 56,8 dollari.
"A questi valori la capitalizzazione complessiva del cavallino rampante dovrebbe aggirarsi intorno ai 10,6 miliardi di dollari. Un’operazione di successo - sottolinea Ig - quello della quotazione a Wall Street che ha permesso a uno dei marchi più riconosciuti al mondo di avere un valore di mercato. A questo punto non resta che attendere i prossimi step che vedranno lo scorporo definitivo da Fiat-Chrysler nel 2016".
Sul principale listino milanese, realizzi su Fca che lascia sul parterre il 5,27%. Sono stati 45,8 mln i pezzi passati di mano per un controvalore di 636 milioni di euro. A indurre le vendite sulla casa automobilistica, secondo Ig, "probabilmente un classico effetto sell on news. In effetti, il titolo dai minimi di fine settembre aveva messo a segno un balzo quasi del 40%, abbastanza da giustificare una corsa alle prese di profitto. Nonostante tutto le prospettive rimangono ancora moderatamente rialziste. Il mercato ha ancora degli appigli di carattere speculativo a cui guardare, su tutti l’accordo di M&A con General Motors, di cui si è parlato molto negli ultimi mesi". Equita Sim stima che "il debito netto industriale, inclusivo dello scorporo del debito attribuito a Ferrari, possa scendere sotto i 5 mld di euro".
In rosso anche i titoli del lusso sul timore che il rallentamento dell'economia cinese possa incidere sui conti di fine anno, come evidenzia Mediobanca Securities, che fa eccezione su Luxottica e Brunello Cucinelli: "i loro profili di business appaiono più sicuri e dunque anche i loro profili reddituali".
Misto i petroliferi con Tenaris che cede il 3,26%, Saipem +0,88%. Eni chiude invariata (+0,06%). Secondo indiscrezioni di stampa Eni starebbe considerando la vendita del business della chimica (Versalis). Secondo gli analisti di Equita Sim, "la cessione sarebbe coerente con l'attuale strategia di Eni di focalizzarsi sulle attività core di esplorazione di petrolio e gas, a fianco di un programma di ristrutturazione per ridurre i costi e migliorare il portafoglio. la notizia, se confermata, potrebbe avere risultati positivi per il titolo". Nel resto del listino positive Stm +2,2%, Buzzi Unicem +2,12%, Prysmian +1,76%.