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Europee: D'Anna (Gal), testo su parita' genere scritto male, non lo voto

19 marzo 2014 | 12.33
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"Mi piacerebbe sapere di quale parificazione parlano le colleghe senatrici se in questo testo, a loro volta, in nome di un'equiparazione tra i sessi, vogliono essere 'maramalde' sul cittadino che deve essere costretto, pena la parziale nullità del proprio voto, a dar loro la preferenza. Mi piacerebbe sapere da quale obbligo può venire un maggior esercizio della libertà. A me questa legge non piace, è scritta male e non avrà il mio voto". Lo dichiara il senatore Vincenzo D'Anna, vicepresidente del gruppo Grandi autonomie e libertà, annunciando il suo voto contrario al ddl per introdurre la parità di genere nelle elezioni europee, in discussione a palazzo Madama.

"Il relatore di questa legge -spiega- ha un'idea di Stato opinabile, lo Stato non deve indicare agli elettori qual è il segno della propria scelta, della propria preferenza. Quando questa legge prevede, secondo l'ultimo emendamento presentato dalla relatrice Doris Lo Moro, che, nel caso l'elettore esprima più preferenze, queste devono riguardare forzosamente candidati di sesso diverso pena l'annullamento della terza preferenza (per questa tornata elettorale e anche della seconda preferenza a partire dalla prossima), ci troviamo di fronte a una pervasività da parte dello Stato che non è certamente in linea con la tradizione più liberale".

"Trovo che quanto si vuole proporre in questa legge sia molto pericoloso per i rischi che contiene riguardo alla possibilità che il voto dell'elettore possa essere controllato. Ci troviamo di fronte a uno Stato prevaricatore che io certo non avallerò mai", conclude D'Anna.

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