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Europee: Inca a candidati, serve impegno contro precariato

22 maggio 2014 | 14.04
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Bruxelles, 22 mag. (Labitalia) - Una lettera-appello ai candidati alle europee di tutti gli schieramenti politici contro il precariato. E' quella inviata dall'Inca, il patronato della Cgil, e presentata oggi a Roma dalla presidente Morena Piccinini. "Abbiamo inviato questa lettera - spiega - consapevoli dell'allarmante situazione di precarietà che sta attraversando il mercato del lavoro, in Italia e in Europa".

"La maggior parte dei sistemi nazionali di welfare - fa notare - non sono in grado di garantire i diritti sociali e del lavoro a tutte le categorie di lavoratori. Consapevoli di questa realtà, l'Inca con la collaborazione della Confederazione europea dei sindacati e con i partner sindacali di 8 Paesi Ue, ha condotto un importante progetto di ricerca e formazione, denominato Accessor, sulle nuove forme di lavoro, cosiddette atipiche".

"L'indagine, che abbiamo inviato ai candidati alle europee, ha confermato - avverte Morena Piccinini - la drammatica situazione sociale in cui viviamo. Negli ultimi 20 anni, infatti, il lavoro atipico ha registrato una crescita in tutti i paesi Ue, sia per quanto riguarda il numero di persone occupate, sia per quanto riguarda le tipologie di contratto".

"Il lavoro atipico - continua - riguarda maggiormente donne, giovani e immigrati. I contratti atipici, rileva la ricerca Accessor, comportano livelli inferiori di sicurezza sul lavoro, stipendi inferiori e irregolari, minore formazione, minori opportunità di carriera, minore tutela della salute e della sicurezza del lavoro e minori diritti sindacali. Per non parlare - aggiunge la presidente dell'Inca - delle norme di sicurezza sociale che spesso lasciano i lavoratori atipici provi di copertura assicurativa. Ai candidati abbiamo ricordato le proposte di miglioramento, politiche e giuridiche, che arrivano dal rapporto Accessor".

"Si tratta di proposte - sottolinea Morena Piccinini - che si muovono sostanzialmente lungo tre direttrici: rafforzamento della tutela garantita dai regolamenti europei attraverso la definizione di standard minimi comuni; affermazione del principio di parità di trattamento tra lavoratori e lavoratrici standard e atipici sotto il profilo della sicurezza sociale; rimozione delle restrizioni dei regolamenti europei che non garantiscono l'accesso alla tutela previdenziale e che scoraggiano, o addirittura impediscono, la libera circolazione delle persone".

"Ai candidati abbiamo chiesto - conclude la presidente del patronato della Cgil - di considerare questo contributo come un segnale della nostra disponibilità e della nostra collaborazione affinché queste raccomandazioni diventino oggetto di discussione, di confronto e di proposta politica e si traducano, con il loro impegno, in atti concreti del prossimo parlamento europeo".

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