Strada ancora in salita per le candidature di Forza Italia alle europee. Rientrato questa mattina a Roma, Silvio Berlusconi ha convocato un vertice ristretto per provare a sciogliere il nodo delle liste, anche alla luce della sentenza della Cassazione che ha confermato l'interdizione dai pubblici uffici, sbarrandogli di fatto la strada verso Bruxelles. Ad ascoltarlo, a palazzo Grazioli, c'erano i capigruppo Paolo Romani, Renato Brunetta; Gianni Letta, l'avvocato Niccolo' Ghedini, Denis Verdini e Raffaele Baldassarre, capodelegazione di Forza Italia al Parlamento europeo.
Sul tavolo, innanzitutto, l'ipotesi di escludere dall'Europa i deputati e senatori in carica. Il Cavaliere, raccontano, non avrebbe ancora deciso sui capilista, per non precludersi la possibilita' fino all'ultimo di presentare la sua candidatura, con tanto di eco sulla stampa, nonostante l'ineleggibilita' sancita dalla Severino e dal 'verdetto' della Suprema corte di ieri sera. In particolare, Berlusconi si sarebbe detto disposto a concedere delle deroghe, candidando chi possiede un 'pacchetto voti' consistente, anche se e' gia' parlamentare nazionale. Si tratterebbe di un orientamento di massima, ma non ci sarebbe ancora nessuna decisione ufficiale, precisano a palazzo Grazioli.
L'apertura del leader di Fi, viene interpretata come un primo via libera ai 'mister preferenze' del partito, come Raffaele Fitto, che in questi giorni viene dato in pole al Sud. Allo stato, dunque, ci sarebbe solo una 'concessione' per l'ex governatore della Puglia, ma tutti i nodi sarebbero ancora irrisolti. A cominciare dal caso di Claudio Scajola. Intanto, continuano a circolare i nomi di Antonio Tajani al Centro, Salvatore Cicu nelle Isole, Fulvio Martusciello e Paolo Russo come new entry al Sud.