La legge approvata dal Parlamento belga sull'estensione dell'eutanasia ai minori "mi pare riveli una concezione della vita che non ha più alla base la vita stessa ma qualcos'altro, qualcosa che si stenta a capire ma che ci spinge verso il nulla". A sottolinearlo, in una riflessione pubblicata sul settimanale diocesano 'La Voce del Popolo' e' l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, che non nasconde un "profondo turbamento".
"L'amore non è privilegio né monopolio dei cattolici. Forse è proprio questa, anzi, la radice del mio sgomento di fronte a quella legge: perché per me, come uomo, prima che vescovo, vita e amore sono intimamente congiunti, ben al di là delle condizioni del corpo e degli stati di vita. Da questa legge - prosegue - si spalancano porte inimmaginabili e se ne chiude una certa: quella sul futuro. Perché il contesto in cui si colloca richiama gli scenari della decadenza che ha investito l'Europa: un continente che non riesce più a dare speranza ai suoi giovani, un'Unione, lo dico senza esprimere alcun giudizio politico, che sembra preoccupata più di conservare il benessere presente che di inventare cammini nuovi di sviluppo". (segue)