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Eutanasia, l'appello da Strasburgo: "L'Italia faccia legge su morte dolce"

28 febbraio 2017 | 10.44
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L'Italia deve dotarsi finalmente di "una legge per la cosiddetta morte dolce", perché non ha senso negare la possibilità di fare "una scelta sofferta e difficile", ma che riguarda esclusivamente l'interessato, e non altri. E il fatto che Fabiano Antoniani, conosciuto come Dj Fabo, che ha fatto "una denuncia molto alta", sia dovuto andare in Svizzera, a proprie spese, per togliersi la vita è "una sconfitta per l'Italia". Quindi, "mi auguro" che il Parlamento italiano abbia "la consapevolezza" della necessità di fare passi avanti in questa materia. Così all'Adnkronos Antonio Panzeri (Pd, gruppo S&D), presidente della Commissione per i Diritti Umani (Droi nel gergo comunitario) del Parlamento Europeo.

"Sarebbe più che opportuno - sostiene Panzeri - che l'Italia si dotasse di una legge per il fine vita, per la cosiddetta morte dolce. E' indispensabile che lo faccia, perché è un elemento fondamentale per salvaguardare la dignità delle persone. Non è negando compassione che si difende la dignità" di uomini e donne. "E il fatto che le persone siano costrette a emigrare in Svizzera per realizzare" il desiderio di porre fine alla propria vita, "ritengo che sia una sconfitta oggettiva per l'Italia". 

Il clima politico in Italia non sembra propizio a un passo simile: "Che ci siano differenze - risponde Panzeri - è molto chiaro, ma quando parliamo di un diritto, noi dobbiamo tenere conto che il diritto va reso chiaro ed evidente in una legge. Poi chi vuole usufruirne ne usufruisce, chi non è d'accordo non ne usufruisce. Non capisco perché bisogna essere così ottusi nel non riconoscere il diritto alle persone di fare una scelta che è sempre molto sofferta e difficile, ma che riguarda l'individuo".

In questo campo, comunque, l'Europa può fare poco: "La competenza nazionale è esclusiva - ricorda Panzeri - ogni Paese regola la materia da sé. Poi, ovviamente, si tratta di ambiti in cui prevale la coscienza, ma ho sempre valutato le questioni di coscienza in modo chiaro: come abbiamo avuto tanti diritti in questi anni, anche questo diritto, che può sembrare molto difficile da accettare, è un diritto che va salvaguardato". 

Poi, continua il presidente della Commissione Diritti Umani dell'Aula di Strasburgo, "chi ha un'opinione diversa o si affida al proprio credo, viene oggettivamente salvaguardato dal fatto che non usufruisce di questo diritto. Ma perché negarlo a chi lo richiede? In questo caso è stata una denuncia molto alta, che io credo il Parlamento debba saper cogliere nella sua essenza".

Dal canto suo, quello che il Parlamento Europeo "può fare, pur sapendo che ci sono opinioni diverse anche qui, è quello di operare un incoraggiamento perché si adottino politiche in questa direzione", continua Panzeri. Ritiene che il clima preelettorale che si respira in Italia sia favorevole ad un passo del genere? "Continuo a ripetere - risponde - che abbiamo bisogno di classi dirigenti che siano orientate all'orologio della Storia e non sempre dalle prossime elezioni. Se dobbiamo misurare tutto in base alle elezioni che ci saranno, ogni momento è sempre un momento elettorale, quindi non si va mai avanti. Mi auguro - conclude - che ci sia una nuova consapevolezza". 

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