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Ex ambasciatore Usa: "Virus non ha confini, mettiamo umanità first again"

04 aprile 2020 | 15.17
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Il teologo Diaz che ha rappresentato Obama alla Santa Sede: "Cambiare rapporti geopolitici non nel segno dell'isolamento". E sottolinea: "La bellezza dell'Italia potrà essere ora in quarantena ma presto risorgerà e tornerà nelle piazze"

L'ex ambasciatore Miguel Diaz (foto sito Loyola University)
L'ex ambasciatore Miguel Diaz (foto sito Loyola University)

di Emanuela Noce

"Se questo virus ci ha insegnato qualcosa è che siamo stati, siamo e saremo sempre sulla terra insieme". Così Miguel Diaz, ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede durante il primo mandato di Barack Obama, in un'intervista all'Adnkronos, spiega come di fronte "alla tragedia umana" provocata da "un virus che non conosce confini", ed alle drammatiche conseguenze economiche, "dobbiamo moltiplicare i nostri sforzi diplomatici per affrontare le sfide dei nostri tempi come membri della famiglia umana".

"Io prego - continua l'ex ambasciatore - affinché possiamo usare questa crisi per provocare cambiamenti nelle nostre relazioni geopolitiche e nelle nostre alleanze ma non nel senso di replicare l'esistente isolamento nazionale, regionale ed internazionale o creare nuove forme di allineamenti divisivi e polarizzanti".

E per rendere più chiaro il messaggio aggiunge: "E' arrivato il momento di mettere la nostra famiglia umana 'first again', di nuovo al primo posto", una frase che sembra riecheggiare, al contrario, lo slogan della politica "America first" di Donald Trump. "Dopo che sarà finita la crisi dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per lavorare come una famiglia umana che affronta le grandi sfide del nostro tempo", continua sottolineando come tra queste sfide vi siano la sanità, l'ecologia, l'economia.

Il teologo di origine cubana, che ora è John Courtney Murray University Chair in Public Service della Loyola University di Chicago, ricorda il "messaggio di compassione" con cui Papa Francesco ci ha esortato "ad avere cura della nostra casa comune e delle popolazioni più vulnerabili che la abitano".

"La famiglia umana che abita la casa comune sta soffrendo, il virus non conosce confini. Credo che questa pandemia ci fornisce l'opportunità di considerare la 'cattolicità' della nostra famiglia umana - dice riferendosi all'etimologia della parola che rimanda all'universalità - ed il fatto che il mondo, forse ora più che mai, non può sopravvivere e prosperare in isolamento".

"IN AMERICA POVERI, HOMELESS E MIGRANTI I PIÙ A RISCHIO" - Nell'America in cui milioni di persone stanno perdendo il posto di lavoro come conseguenze delle misure imposte contro il coronavirus, "le vite di quelli già disoccupati, in particolare i poveri e gli homeless, specialmente i giovani senza tetto delle nostre città, sono esposte ad un rischio maggiore" dichiara Miguel Diaz nell'intervista all'Adnkronos in cui sottolinea come sia "molto preoccupante anche la situazione dei 10 milioni di migranti senza documenti che non potranno trovare lavoro o se lo hanno rischiano di perderlo".

"A differenza della maggior parte degli americani, che avranno un aiuto temporaneo nel mezzo della crisi, non riceveranno 1.200 dollari dal governo", aggiunge il teologo di origine cubana. "Nessuno sa quale sarà il pieno impatto del coronavirus - continua - ma sappiamo che più velocemente gli Stati Uniti ed il resto del mondo sapranno sanare la crisi sanitaria più grande sarà la possibilità di diminuire l'impatto economico globale".

Riguardo all'azione intrapresa dagli Stati Uniti, che hanno appena approvato l'enorme cifra di 2mila miliardi di dollari per portare aiuto a famiglie ed imprese, Diaz sottolinea come "il Congresso stia già parlando di un altro pacchetto di stimolo per mettere più soldi nelle mani delle famiglie".

"Noi sappiamo che questa crisi economica globale è molto seria e che ogni nazione deve prendere misure straordinarie per proteggere la vita, specialmente la vita dei più vulnerabili tra di noi" afferma Diaz che comunque si dice "fiducioso che la mano che guarisce di Dio continuerà ad agire attraverso i nostri addetti sanitari ed illuminerà le menti degli scienziati per sviluppare i tanto necessari interventi medici per combattere questa epidemia".

"BELLEZZA ITALIA IN 'QUARANTENA', PRESTO DI NUOVO IN PIAZZA" - "La bellezza dell'Italia potrà essere ora in quarantena, chiusa a casa, ma non abbiamo dubbi: presto risorgerà e tornerà nelle piazze, attraendo e riunendo, come fa sempre la bellezza, gli amici che abitano vicino e lontano". E' questo il messaggio e l'augurio che rivolge all'Italia colpita duramente dall'epidemia di coronavirus, Miguel Diaz, che, come ex ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede durante la presidenza di Obama, conosce bene il nostro Paese.

"Nel mezzo di questa tragedia umana, mi sono ricordato del film di Roberto Benigni 'La vita è bella' - dice Diaz all'Adnkronos - In questo film sono rappresentati gli orrori di un campo di concentramento nazista, mentre un padre riesce a portare speranza e sorriso al suo bambino. I video che ho visto degli italiani che suonano gli strumenti e cantano dalle loro case mi hanno ricordato la bellezza resiliente dell'Italia e del suo popolo".

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