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Ex Ilva, si tratta fino all'ultimo

30 gennaio 2020 | 23.16
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Nella bozza di accordo cassa integrazione fino al 2023

(Foto fotogramma/Ipa) - FOTOGRAMMA
(Foto fotogramma/Ipa) - FOTOGRAMMA

Una bozza di accordo c'è, 5 pagine per salvare il destino dell'ex Ilva e dei suoi lavoratori. Domani scade la deadline che governo e Mittal si erano dati per arrivare a un patto che evitasse il peggio. Ma è confermato che il governo tratterà fino all'ultimo minuto utile, dunque fino all'udienza fissata per il 7 febbraio. Entro la mezzanotte di domani il colosso franco-indiano dovrà inviare le controdeduzioni in Tribunale. Ma la trattativa continua serrata e queste sono ore decisive. Nel governo il confronto è continuo. Stasera avrebbe dovuto tenersi, alle 22, una riunione tra il premier Giuseppe Conte e i ministri competenti, poi saltata all'ultimo minuto per via dei i primi due casi di Coronavirus registrati in Italia.

Un incontro con Mittal, ha spiegato oggi il premier Giuseppe Conte da Sofia, "non è da escludere" nei prossimi giorni, "lui ha dato disponibilità a venirmi a trovare". "C'è un progetto di accordo - ha detto ancora il presidente del Consiglio - ci sono ancora dettagli da definire". Dettagli contenuti in quella bozza di appena 5 pagine -da rivedere finché non porterà, si spera, buoni frutti- dove, a quanto apprende l'Adnkronos, c'è scritto nero su bianco che la produzione di acciaio scenderà a 8 milioni di tonnellate l'anno, il che comporterà minore forza lavoro da impiegare, ma lo Stato si farà carico della cassa integrazione fino al 2023, quando partirà il piano per una nuova Ilva 'green' e i lavoratori in eccedenza verranno riassorbiti. La partita si gioca tutta qui, perché il colosso franco-indiano vorrebbe uscite strutturate, ovvero definitive.

La partecipazione dello Stato ci sarà, ma nella bozza, spiegano, non è quantificata poiché il valore della nuova Ilva non è ancora definito. E sugli esuberi la barra resta dritta: prima la stretta di mano con i Mittal su un piano industriale che consenta di voltare pagina - la rotta - poi il confronto con i sindacati sulle uscite, quanto più possibile limitate e non strutturali, con ammortizzatori sociali e scivoli per l’intera fase di attuazione del piano di risanamento.

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