Dopo lo scandalo degli appalti, il Codacons, l'associazione dei consumatori, solleva la questione dei servizi legali di Expo "affidati ad un solo avvocato e senza svolgere alcuna gara". Questi servizi di assistenza legale in giudizio "sottoposti alla disciplina di cui all'art. 27 del Codice degli Appalti -spiega in una nota il Codacons- sarebbero stati affidati dall'ente senza il rispetto delle forme di pubblicità, imparzialità, parità di trattamento e trasparenza previste dalla norma, senza alcuna pubblicazione di bando di gara e senza il preventivo esperimento della procedura di evidenza pubblica. Lo stesso codice non opera alcuna distinzione tra servizi legali di assistenza giudiziale o stragiudiziale, rientrando onnicomprensivamente l'attività legale nell'ambito della medesima categoria".
Tuttavia Expo 2015 "ha scisso in due distinte aree la categoria 'Servizi Legali' -prosegue il Codacons, scegliendo di non osservare alcuna procedura selettiva che garantisse la massima pubblicità e la partecipazione dei potenziali concorrenti interessati all'affidamento degli incarichi di assistenza in giudizio, e ha affidato l'incarico ad un solo professionista".
"Tale condotta - afferma l'associazione - appare fortemente lesiva delle prerogative di quei soggetti che avevano manifestato il proprio interesse a partecipare ad una eventuale gara per l'affidamento dei servizi legali, nonché degli interessi della collettività degli amministrati che vedono pregiudicato il diritto ad una amministrazione trasparente ed imparziale. Per tale motivo il Codacons ha depositato ricorso al Consiglio di Stato, denunciando inoltre i fatti all'Antitrust e all'Autorità dei contratti pubblici".