"Noi donne e uomini, cittadini di questo pianeta, sottoscriviamo questo documento, denominato Carta di Milano, per assumerci impegni precisi in relazione al diritto al cibo che riteniamo debba essere considerato un diritto umano fondamentale. Consideriamo infatti una violazione della dignità umana il mancato accesso a cibo sano, acqua pulita e energia". E' questa la citazione del preambolo della bozza della Carta di Milano che rappresenterà l'eredità immateriale di Expo 2015.
La Carta di Milano, anche se è a ancora in fase di bozza, ha una sua struttura che prevede innanzitutto un "Preambolo", che "pone il diritto al cibo come diritto umano fondamentale". A illustrala per linee generali sono stati oggi a Firenze il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, Massimiliano Tarantino, segretario generale di Lab-Expo Fondazione Feltrinelli e Salvatore Veca, presidente di Lab-Expo Fondazione Feltrinelli.
Inoltre comprende una sezione intitolata "Diritti", avendo come riferimento il diritto al cibo, divisa in: "Diritti positivi: i diritti che dovrebbero essere universalmente rispettati" e "Diritti negati: i diritti che attualmente non sono rispettati, in tutto o in parte". A seguire le "Consapevolezze: l’insieme di nozioni, conoscenze e consapevolezze che sono comunemente e globalmente accettate".
La Carta di Milano prevede poi un'altra sezione denominata "Impegni: chi sottoscrive la Carta si assume determinati impegni. In particolare, gli impegni sono rivolti a tre determinate categorie: Cittadini: ogni cittadino, indipendentemente dal proprio ruolo o aspetto socio-economico. Società civile: associazioni, istituzioni culturali e tutti gli enti di rappresentanza della società civile. Imprese: e gli altri soggetti del mondo produttivo. Governi e istituzioni in quanto insieme, cittadini, società civile e imprese, "chiedono anche a Governi e Istituzioni internazionali di assumersi degli impegni".
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