Dibattito organizzato da Icrcpal e Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte
Nell'anno dell'Expo, anche il manufatto, dall'arte al design, si 'nutre' e a dare nuova 'energia' per la sua vita è il restauro. Una cultura della conservazione che si pone come alternativa alla 'non cultura' dell'usa e getta, contro la perdita di memoria, lo spreco di energia e il consumo inconsapevole. Di questo si discute oggi, venerdì 10 luglio, a Milano, presso la Sala della Passione della Pinacoteca di Brera, al convegno organizzato dall'Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario (Icrcpal) in collaborazione con la Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte.
Il convegno, che si propone di fare un punto su metodologia e cultura della conservazione, fiore all'occhiello del saper fare italiano, si inserisce all'interno di #ConservareperRicordare, ciclo di nove incontri sull'eccellenza italiana organizzato dal ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact) nell'ambito di Expo 2015. Si confrontano sulle complesse tematiche connesse alcuni prestigiosi protagonisti del mondo del restauro e della conservazione, ma anche dell'arte, della cultura, del design e delle arti applicate. Il dibattito è strutturato in tre sezioni principali: 'Il restauro: metodologia e cultura, fra storia e contemporaneità'; 'La regola del talento: formazione e investimento sul futuro'; 'Progettare per conservare'.
Proprio nel contesto di Expo 2015, dedicato alla nutrizione del pianeta ma anche a un uso consapevole e ragionevole dell'energia per assicurare la vita sulla Terra, l'Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario promuove un dibattito allargato per offrire una visione culturale, scientifica e artistica della necessità di assicurare alle opere dell'arte o dell'ingegno una 'sopravvivenza adeguata', indagando ogni aspetto della conservazione e di una progettazione consapevole.
"Il restauro - sottolineano gli organizzatori - non è soltanto un'azione di conservazione, ma una messa in circolo di culture diverse che riportano in vita significati, emozioni e valori sempre contemporanei. Per questo, l'opera del restauratore è profondamente scientifica, nei suoi presupposti e nelle sue indagini così come nella scelta degli strumenti e delle operazioni; autenticamente artigianale, nella cura e nella precisione richieste per ogni azione; e sicuramente artistica, nel momento in cui l'opera oggetto di restauro esprime la visione e il talento di chi l'ha creata".
"Il restauro - spiegano - è dunque metodologia e cultura. Entrambi questi aspetti trovano presso gli Istituti centrali di restauro italiani del Mibact centri di assoluta eccellenza: qui si formano generazioni di restauratori in grado di operare ai massimi livelli mondiali. Qui si pone in dialogo la conservazione con la rinascita, la tutela con la celebrazione dell'opera. E qui si trasmette quel saper fare che rappresenta uno storico primato italiano, che il mondo riconosce e ammira".
"La cultura del restauro e della conservazione - avvertono - si pone oggi in forte contrasto con due tendenze negative della contemporaneità: la perdita della memoria e la perdita di valore. La perdita della memoria implica una progressiva svalutazione del passato, visto come un retaggio insignificante o comunque estraneo alla propria vita, un patrimonio dunque immobile, danneggiabile, deperibile. La perdita di valore - aggiungono - si traduce in una drastica riduzione del ciclo di vita degli oggetti: oggetti senza anima e senza storia, prodotti, sacrificando il 'bello' sull'altare del 'nuovo'".
"La cultura del restauro - proseguono gli organizzatori - si profila dunque anche come una visione alternativa a quella dello spreco, diventando una interlocutrice qualificata per tutte le nuove produzioni di opere d'arte, la cui sostenibilità ambientale, culturale e storica si deve basare anche sul proprio mantenimento futuro: dalla progettazione di un museo alla realizzazione di un'opera d'arte, la 'sopravvivenza' nel futuro diventa un fattore da valutare preventivamente, alla luce della metodologia, dell'esperienza e della visione del restauratore".
Anche il mondo del design e delle arti applicate sembra porsi oggi in dialogo con questa visione, riproponendo con forza la centralità della 'seconda vita' degli oggetti ottenuta tramite interventi di restauro e riparazione: in un'ottica di risparmio energetico e di sostenibilità, si ritorna a pensare che ciò che ha valore deve essere riparato, riportato in funzione.
Vengono dunque tematizzati alcuni punti di importanza cruciale per il sistema della produzione culturale contemporanea: le nuove tecnologie a servizio di una visione artigianale e artistica di altissimo livello, che rispettino l'ambiente e i contesti storici e urbani; la diffusione di una cultura del rispetto e della consapevolezza dei patrimoni artistici; una progettazione etica degli oggetti della quotidianità, che sia sensibile e attenta alle problematiche legate al risparmio, all’ambiente, alla sostenibilità, dunque alla conservazione, di noi stessi e del nostro ambiente di vita.