L'ideatore di Slow Food accusa: "mancano i contenuti" e la ragione è dovuta alla "insipienza della classe politica" che non ha saputo "accettare la sfida del tema". Ribatte il patron di Eataly: "lavoreremo fino al 31 ottobre" per vincere la sfida e punta in alto "ci saranno 30 milioni di visitatori"
L'Esposizione universale vista dal padiglione di Slow food ha i contorni di "un'occasione persa". A dirlo è Carlo Petrini, ideatore di Slow food, parlando a margine dell'inaugurazione del suo spazio a Expo tenutasi oggi pomeriggio. Un'occasione persa, spiega, perché "mancano i contenuti" e la ragione non è dovuta a scarso interesse, ma alla "insipienza della classe politica" che non ha saputo "accettare la sfida del tema: la politica aveva l'occasione per fare una figura straordinaria. Peccato".
L'ideatore di Slow food dice che se fosse dipeso da lui sarebbe stata data "più rilevanza ai piccoli produttori, meno agli stati e alle grandi multinazionali. I piccoli produttori - spiega - sono il perno dell'alimentazione e rappresentano nel mondo l'80% del cibo di tutti i viventi". Petrini sottolinea che "però queste piccole realtà non hanno la potenza e le risorse finanziarie delle multinazionali ed io speravo che l'attenzione verso i piccolo potesse essere maggiore". Il padiglione di Slow food "ha saputo interpretare l'idea originale che era stata alla base dell'Expo: valorizzare la biodiversità, dare valore agli orti come simbolo dell'impegno e della lotta contro la fame per sostenere le comunità locali". Certo l'essere uno degli ultimi padiglioni del Decumano non aiuta l'afflusso di visitatori, "spero solo che ci una maggiore distribuzione dei flussi di presenze" perché "avere un solo ingresso penalizza chi è distante, bisogna aprire gli altri ingressi. Arrabbiato per questo? Non lo sono mai", conclude Petrini sorridendo.
Frasi a cui replica Oscar Farinetti, patron di Eataly. "Rischiamo che diventi un'occasione persa, ma lavoreremo fino al 31 ottobre per non perderla". Sebbene sia convinto che c'è da lavorare, per Farinetti l'Esposizione andrà meglio del previsto: "Altro che venti milioni, ci saranno trenta milioni di visitatori", dice. "Si doveva parlare un po' di più di contadini, di allevatori e pescatori, ma visto che Petrini ha ragione - dice - noi adesso ci diamo da fare e ne parliamo". Farinetti ad esempio annuncia la volontà di "portare i nostri seimila fornitori, che sono contadini, qui ad Expo, tutti insieme" per valorizzarli.
Per quanto riguarda il numero di visitatori, Farinetti è convinto che "gli ingressi vanno bene, il sito è strapieno. Ci sono tante persone e si vedono: altro che venti milioni, ci saranno trenta milioni di visitatori", dice. Il motivo è che l'Expo "è una roba di una bellezza inaudita che permette a tutti questi ragazzi di capire che cosa l'Italia è capace di organizzare".