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Facebook ci ripensa, non censurabili i post di interesse pubblico

24 ottobre 2016 | 18.33
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Facebook ci ripensa: dopo diverse accuse di censura, l'azienda statunitense ha annunciato che prenderà in considerazione il grado di "interesse pubblico" dei post prima di rimuoverli dal sito per aver violato le linee guida della community. I due vice presidenti di Facebook, Joel Kaplan e Justin Osofsky, firmatari del comunicato diffuso dall'azienda, hanno ammesso che "osservare degli standard globali per la nostra comunità è una questione complessa. Che un'immagine sia importante come notizia o storicamente significativa è una questione altamente soggettiva. Immagini di nudo o violenza accettabili in una parte del mondo possono essere offensive - o addirittura illegali - in un altro (…)".

"Nelle prossime settimane, faremo in modo di permettere la pubblicazione di elementi che possono essere considerati degni d’attenzione, significativi o importanti per l'interesse pubblico, anche nel caso violino i nostri standard, si legge nel comunicato, lavoreremo con la nostra comunità e con i nostri partner per capire esattamente come farlo, attraverso nuovi strumenti e approcci da applicare. Il nostro intento è quello di permettere a più immagini e storie di essere diffuse senza correre rischi per la sicurezza né mostrare immagini forti ai minori e a chi non vuole vederle".

Non è la prima volta che Facebook finisce sotto accusa per aver rimosso dei post di rilevante interesse pubblico senza notificare la decisione e senza dare la possibilità di ricorrervi contro.

Il coro delle proteste si è fatto assordante negli ultimi due mesi, dopo le accuse di "abuso di potere" rivolte dal quotidiano norvegese Aftenposten contro Facebook, e in particolare Mark Zuckerberg, per aver rimosso dal social la foto simbolo della guerra in Vietnam del fotografo vietnamita Nick Ut, raffigurante una bambina, Kim Phuc, in fuga nuda e bruciata dal napalm.

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